Venerdì 19 Aprile 2024

Le discese ardite

Le azzurre vittoriose contro l'Australia (ANSA)

Le azzurre vittoriose contro l'Australia (ANSA)

Dunque ricapitoliamo: la nazionale di calcio femminile si qualifica dopo 20 anni a un mondiale e domina l’Australia, una delle favorite al titolo rosa; gli azzurrini under 20 stracciano il fortissimo Mali; i loro cugini dell’under 21 si apprestano a disputare in casa un europeo da primi della classe; la nazionale «maggiore» di Roberto Mancini strapazza a casa sua una Grecia che non sarà il Brasile ma che nel 2004 ha vinto l’europeo. Il tutto, e qui sta la notizia, dopo aver toccato l’anno scorso, con l’eliminazione dalle fasi finali del mondiale, il punto più basso della storia del calcio italiano da quando la palla è rotonda. Una tipica storia italiana, che racconta lo spirito di un popolo che per risalire deve sempre toccare il punto più  basso, che sa offrire il meglio di sé solo dopo una terribile caduta. Quasi non sapessimo gestire la normalità, quella è roba da tedeschi, è vivessimo solamente di morti e resurrezioni. Una storia accaduta purtroppo molte altre volte e non unicamente nello sport. Nel Novecento, per esempio, ci siamo esaltati nel secondo dopoguerra, con un paese distrutto e con le macerie del conflitto ancora a bordo delle strade dalle quali siamo stati in grado di far nascere il miracolo italiano che ci ha portato a essere una delle economie più prospere del mondo, protagonisti nel G7, fondatori dell’Unione europea. E invece sempre nel Novecento avevamo toccato il nostro abisso trent’anni avanti, dopo aver vinto una guerra, quando prima abbiamo dato vita a una sanguinosa guerra civile e poi è stato generato il mostro del fascismo, poi esportato in tutto il mondo. Siamo italiani, siamo questi ma chissà, magari un giorno una riflessione si imporrà: in un mondo così veloce, in cui tutti corrono, ci sarà sempre data l’occasione di risorgere? Non sarà l’ora di fare un po' i tedeschi anche noi?