Invidia made in Usa

"La Puglia non è il Bangladesh! Quello di “New York Times” alla moda italiana è un attacco strumentale, diamo fastidio perché siamo bravi e abbiamo idee chiare per il futuro del sistema come quella vincente di un settore che ha a cuore la sostenibilità dei processi produttivi e l’etica del lavoro". Non ha dubbi Carlo Capasa, presidente della Camera della Moda Italiana sulla serietà delle aziende italiane del fashion ma non sembra troppo stupito dell’attacco del grande giornale americano che accusa fin dal titolo che ci siano “ombre” sull’economia italiana, in primis nel settore che rappresenta la seconda voce di bilancio delle esportazioni. Il NYT lancia il sasso e grida al mondo che molte donne al Sud d’Italia lavorano in casa a pochi euro al giorno per cucire capi di lusso che poi verranno messi in vendita a cifre notevoli.

Nell'articolo si parla di chi cuce in cucina cappotti da mille euro e al massimo ne guadagna 27 a pezzo per una giornata tra punti e imbastiture che dura ben oltre dodici ore. E si fa il caso di alcuni paesi della Puglia. Ma Capasa, che è proprio pugliese, non ci sta e contrattacca. "Si parla di lavoro femminile in casa? Dov’è lo scandalo del lavoro domestico? Certo, a patto che sia pagato nelle regole ma talvolta la catena dei subappalti può sfuggire di mano alle grandi griffe. Penso che attaccarci così nel bel mezzo di Milano Moda Donna sia un’indecenza, un fatto di invidia perché noi abbiamo una manifattura eccezionale, e una cultura d’impresa senza uguali. Non esiste nessuna connivenza, qui qualcuno rosica". Certo ultimamente la fashion week di New York appare un po’ appannata, certo la politica dell’“America First” di Trump ha i suoi effetti e i suoi obiettivi. E poi non dimentichiamo mai che la moda in America e per il mercato americano la producono in gran parte i cinesi, lì sì che bisognerebbe indagare e indignarsi di più sul lavoro nero e l’impatto ecologico di quelle imprese spesso fantasma. Nell’articolo del NYT si fanno i nomi di aziende prestigiose, di lunga storia, che continuano a far brillare la stella dell’Italia nel mondo, che danno lavoro diretto e indiretto a milioni di persone, spesso a chilometro zero perché si è innestato recentemente il recupero delle mani artigiane, tanto apprezzate dal grande lusso. Un patrimonio solo nostro, che il mondo (l’America in primis) ci invidia. E ha molta ragione Miuccia Prada quando dice: "Gli americani pensino alla moda di casa loro!"