Martedì 23 Aprile 2024

Ingroia corre a cavallo, sempre da solo

Siamo a cavallo! Anzi, due. Di razza ovviamente. Uno a quattro zampe, bello, agile, combattivo: un lipizzano. L’altro bipede, peloso, sempre sulla breccia per quanti insuccessi collezioni: Antonio Ingroia. Alle prossime elezioni vogliono esserci anche loro. Così, due giorni fa, quello bipede ha depositato il simbolo: un cavallo lipizzano, appunto, con tanto di cavaliere (lui) pronti a saltare tutti gli ostacoli e a dare scacco matto. Mancava solo la «Lista del popolo per la Costituzione» al caravanserraglio del 4 marzo. Del resto, come fare a meno di Ingroia! Quando si vuole la certezza che uno perda. Quando c’è da non azzeccarla, lui non può mancare. Ha cominciato da pm imbastendo processi che hanno portato a condanne poi risultate ingiuste (Bruno Contrada). Ha continuato con l’inevitabile discesa in campo a toga ancora calda. Respinto con perdite. Ha dovuto rimettersi la toga, ma solo in teoria, visto che alla sua nuova destinazione di Aosta non lo hanno mai visto neppure a sciare. Così ci è voluto l’ex governatore della Sicilia per mettere una Crocetta sopra la carriera del nostro uomo in magistratura, compensandolo con qualche incarico di prestigio nell’isola natia. E adesso il nuovo nitrito di Antonio e del suo lipizzano per «scompaginare il sistema dei vecchi partiti che hanno portato alla attuale emergenza democratica e costituzionale». Uff. C’è andata bene che è arrivato Ingroia prima che il golpe si consumi compiutamente. Comunque, tutto è bene quel che finisce bene. Adesso il nostro cavaliere solitario (parliamo di voti) vuole azzerare tutto e ripartire da capo. Così potremo passare «dalla fase della resistenza a quella della riscossa». Capito? Non ci servirà più neppure l’Anpi: azzerata anche quella. Detto questo, e visto che siamo in democrazia, mica in Corea o a Cuba, è anche giusto che chiunque possa partecipare a una competizione elettorale con una sua proposta. Perché deve presentarsi il Sacro romano impero liberale, e Ingroia no? Perché l’Italia di Mameli, le Mamme nel mondo o Viva la Fisica e non il nostro Di Pietro del terzo millennio? Mica è detto che questi simboli abbiano meno speranze di raccogliere consensi, se riusciranno a raccogliere le firme. Di sicuro sappiamo che Ingroia non farà inciuci o alleanze. Ci mancherebbe. Non ha bisogno di nessuno per correre. Lui ha il cavallo per saltare tutte le pedine e dare scacco matto. Lui corre da solo. Anche perché in genere nessuno corre con lui.