Il manifesto anti sovranista di Mattarella

Le parole nette del Quirinale

Il presidente Mattarella a Ventotene (ANSA)

Il presidente Mattarella a Ventotene (ANSA)

"Sconcertante" non è aggettivo quirinalizio, luogo di gergo felpato e idiomi sfumati, eppure il presidente Mattarella l'ha usato a Ventotene per apostrofare il comportamento di diverse forze politiche europee e anche italiane di fronte al dramma dei profughi afghani e in generale dell'immigrazione. "I gelidi antipatizzanti dell'Unione europea si diano pace, questi strumenti resteranno" ha aggiunto, e anche queste sono parole che di norma si sentono uscire dalla bocca di leader di partito. Ma se il Capo dello Stato le ha adoperate in un'occasione pubblica, è evidente che il motivo c'era. Come dire, quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare.

E il motivo è l’eccezionalità storica del momento che stiamo vivendo contrapposta a quella che evidentemente al Quirinale giudicano una certa "faciloneria" (l’interpretazione è la nostra) di alcune forze politiche nell’approcciarsi a una fase così delicata. Siamo di fronte a un cambio di paradigma nelle relazioni internazionali, strascico tardivo della caduta del Muro, e non è possibile affrontare tutto al ritmo di una campagna elettorale permanente (altro richiamo fatto dal Capo dello Stato) in cui si guarda solo all’oggi e mai al domani. Negli snodi epocali, come furono quelli che portarono alla fondazione dell’Unione europea che l’Italia ha liberamente contribuito a fondare e dalla quale riceve adesso qualcosa come 200 miliardi di euro, i grandi leader non guardano alla pagliuzza della cronaca (i sondaggi o i like su Facebook) quanto alla trave della Storia.

Il Quirinale è il colle più alto di Roma e da lì certe dinamiche appaiono più chiare. L’Europa in Afghanistan ha fallito non perché ha fatto male, semplicemente perché non ha fatto, e i richiami di Mattarella all’impellenza di un esercito europeo mettono in mora le contraddizioni di chi critica l’Europa chiedendo "meno" Europa quando abbiamo visto tutti che ne servirebbe "di più". L’unico sovranismo possibile, pare dire il presidente, è un sovranismo europeo.

Che poi quanto detto a Ventotene abbia qualcosa a che fare con il dibattito sulla sua possibile rielezione è materia che sta nel regno delle ipotesi. Certo che i chiacchericci arrivano anche a Mattarella, e probabilmente il Capo dello Stato ha voluto per lo meno far capire di non essere disposto a barattare la propria libertà e quello che giudica l’interesse del Paese con qualsiasi ipotesi futura. Sua e del governo Draghi. Perché quella espressa da Mattarella, che è anche capo delle forze armate e simbolo dell’unità nazionale, è una visione europeista tale e quale quella del premier. Lui è li, loro sono li, l’Italia e il sistema di alleanze che il Paese si è scelto sono quelle; gli altri, se lo vogliono, sanno dove andarli a cercare.