Il cuore della vita

Quando San Francesco sentì avvicinarsi la morte espresse il desiderio di mangiare per l’ultima volta i mostaccioli, dolcetti di mandorle e nocciole. Il filosofo Democrito a 109 anni se ne andò contento leccando una ciotola di miele. L’assassino americano J.W. Ledford prima dell’esecuzione chiese un pasto da 5mila calorie che comprendeva bocconcini avvolti nella pancetta, formaggio pepper jack, patatine e cipolle fritte, filetti di pollo impanati, cotolette di maiale, torta alle noci con gelato alla vaniglia, un sorbetto e una Sprite. C’è chi vuole vedere il mare della sua terra. C’è chi come il poeta Yeats pregava di potere sembrare fino all’ultimo respiro sciocco e appassionato. E chi come Napoleone si accontentava di sapere che le sue ceneri avrebbero riposato sulle rive della Senna in mezzo al popolo francese.    Gli ultimi desideri a volte vengono anticipati come nel caso di Simone Dispensa, i cui compagni si sono fatti vaccinare per proteggerlo. Quasi sempre, quando è annunciata e attesa, l’imminenza della morte riporta ai bisogni fondamentali e svela insospettabili contatti con il cuore della vita. Vale per chi parte e per chi resta: in qualche modo si diventa migliori. Più dritti, più svegli. I bambini condannati hanno il diritto di incontrare un calciatore o un rapper ma ai più bastano la mano della mamma e una vecchia coperta. La morte reclama calore sotto forma di cibo, lana, pelle. Niente corse intorno al mondo o sogni di gigantesche imprese a ridosso del viaggio più avventuroso.    Mia madre ha chiesto un toast e un bicchiere Bonarda. La mia amica Loredana un computer con cui ordinare via mail maglioni per le figlie. La gente in partenza vuole essere portata nei luoghi in cui è stata felice: la spiaggia di Marina di Carrara, un prato di margherite. Vuole un tè ben zuccherato, una canzone cara, la luna splendente nell’aria asciutta di ottobre. Alla fine i morenti sono i soli ad applicare una vera politica di sinistra fregandosene del profitto. Cercano equità, natura, pace per tutti. La morte è un abisso ma un sorriso senza dolore e una fetta di torta possono trasformarla addirittura in un’idea terapeutica.