Il brodo no vax alimentato da vip e politici

Fandonie e ambiguità

Ricordate i balconi solidali del lockdown, quando si cantava per darsi coraggio nella speranza di avere presto il rimedio anti Covid? Spazzati via. Sono arrivati i vaccini. Hanno efficacia. E con il Green pass stiamo per riprenderci la normalità perduta. Eppure una minoranza rumorosa, no vax e no Green pass, ha deciso di ribellarsi. Prima sui social network. Poi in piazza. Ieri nelle stazioni ferroviarie (un flop, come raccontiamo a pagina 4). Chi la compone? La risposta ha la forma di uno strano puzzle. Che, prendendo a prestito la vecchia hit di Enzo Jannacci (1935-2013), potremmo intitolare ‘Quelli che…’. 

E, allora, eccoli quelli che… il Covid non esiste (Miguel Bosè)… i vaccini sono un esperimento voluto dalle case farmaceutiche (Heather Parisi)… è tutto un complotto degli americani (Eleonora Brigliadori)… va difesa la libertà di non vaccinarsi (Matteo Salvini)… il Green pass è come la stella di David imposta agli ebrei sotto il nazismo (Povia)… il Green pass è dannoso per l’economia (Giorgia Meloni)… né favorevoli né contrari al Green pass (Virginia Raggi)… E, ancora, quelli che… per anni hanno detto vaffa ai vaccini (Beppe Grillo)… si sono fatti belli con cause giudiziarie anti-vaccino (Alfonso Bonafede)… c’è un disegno per renderci un popolo di zombie obbedienti (Alessandro Meluzzi)… sono un free-vax, non mi vaccino (Gianluigi Paragone)…

E questa, badate, è solo la parte visibile del gigantesco brodo di coltura alimentato ogni giorno sul web da altri instancabili ciarlatani e dentro il quale si moltiplicano, da anni, i batteri della fandonia, del pregiudizio, della peggior politica.

Certo, ha fatto danni – e che danni! – l’andirivieni anagrafico di Astrazeneca (prima per i più giovani, poi per i più anziani; sospeso e quindi riammesso…) in un contesto, però, di ovvia sperimentazione, visti i tempi strettissimi intercorsi tra pandemia e somministrazione di massa. E non giovano le contraddizioni sull’uso del Green pass per chi ha più di 12 anni (obbligatorio per fare sport, non per andare a scuola). Né aiutano medici, infermieri e insegnanti ostinatamente no vax.

Ma tutto ciò si scioglie come burro al sole davanti a una verità inconfutabile: chi si vaccina se finisce in ospedale difficilmente viene intubato in terapia intensiva; chi non si vaccina, invece, può andare all’altro mondo in pochi giorni. Stop. Il resto, avrebbe detto Indro Montanelli, sono bischerate. Tragiche. Irresponsabili. E inaccettabili.