Giovedì 25 Aprile 2024

Alleati serpenti

Blocco totale dell’immigrazione o aperture umanitarie almeno verso i naufraghi? Le banche a rischio vanno salvate insieme ai risparmiatori o è meglio lasciarle andare a picco? I destinatari del reddito di cittadinanza comprendono anche gli invalidi e i portatori di handicap o no? Tra Lega e 5 Stelle divergenze, attriti, rivalità e altri materiali infiammabili si accumulano pericolosamente. Era già accaduto quando si trattò di varare la manovra di bilancio ma allora i due vice, furbescamente, si accordarono per sfilarsi entrambi dalla trattativa con la Commissione europea delegando al premier la ritirata e la resa. Ora è diverso. Ora, per la prima volta, è il premier Conte a sfidare platealmente Salvini e i suoi muri anti immigrati annunciando che i pochi derelitti della Sea Watch «andrò a prenderli io con l’aereo».

Vedremo presto se Conte e Di Maio fanno sul serio, decisi a intaccare il monopolio salviniano sul tema più rovente, quello che in tutto il mondo sposta masse di elettori, che tanti consensi ha guadagnato a Salvini in cinque anni di opposizione e che glieli ha fatti raddoppiare a spese anche degli alleati in sette mesi di governo. È probabile che le baruffe tra alleati si infittiranno con l’approssimarsi delle elezioni europee, ma è improbabile che preludano a una rottura.

La ragione è presto detta: in questa legislatura una maggioranza alternativa a quella attuale non esiste, non ha i numeri. Non li avrebbe la ricomposizione del centro destra ove Salvini – ma non ne ha alcuna intenzione – si ri-alleasse con Berlusconi. Sull’altro versante anche se i 5 Stelle aprissero al PD i voti in parlamento non basterebbero. Per non dire che di fronte a una simile eventualità e costretto a scegliere il PD si spaccherebbe come una mela tra il partito dei militanti disposti all’avventura e la maggioranza dei gruppi parlamentari ancora fedeli a Renzi. Dunque, salvo il caso di una drammatica crisi dei conti pubblici, la rottura tra Lega e 5 Stelle non aprirebbe la strada a un’altra, diversa, maggioranza ma allo scioglimento delle Camere e a nuove elezioni.