Scontro istituzionale

I dubbi del Quirinale non passano, anzi con il trascorrere delle ore e lo stillicidio di rivelazioni o pseudo tali in merito ai curricula del professor Giuseppe Conte, le perplessità di Mattarella su un premier giudicato sin dall'inizio molto debole paiono crescere. E si uniscono a quelli sulla squadra di governo che Salvini e Di Maio sembrano avere in mente, in particolare sulla figura di Paolo Savona, paladino no-euro destinato, secondo i due big giallo-verdi, al delicatissimo ministero dell'Economia. Ma di fronte al crescendo di rumors che riguardano Conte, ormai bollato sui social come “quello che tarocca i curriculum”, Salvini e Di Maio alzano ancora la posta. “Non mutiamo idea, o lui o salta tutto lo schema. E con lui nello schema c'è anche Savona”. Una durissima presa di posizione indirizzata al Quirinale, un qualcosa a metà strada tra l'avvertimento e la sfida, che prefigura una sorta di scontro istituzionale di un'intensità tale che da anni non si avvertiva. Salvini e Di Maio hanno trovato sul nome di Conte un difficile equilibrio interno, sul professore pugliese si sono spesi pubblicamente pur sapendo che la scelta di un premier tecnico li espone alle critiche dei propri militanti, ma ambedue sanno che se si muove quella casella rischia di venir giù tutto il castello. Non hanno in sostanza una via di fuga alternativa. Ecco perché alzano la voce con il Colle. Credono che drammatizzando la situazione ed evocando lo spettro delle urne, Mattarella si metta una mano sulla coscienza e una sugli occhi e dia il via libera. Ma non sarà così facile.