Giovedì 25 Aprile 2024

Gli equivoci della storia

Roma, 18 febbraio 2018 - Spesso è un caso, a volte è un trucco, è sempre un distillato dello zeitgeist, uno scatto capace di fermare il tempo e di replicarlo su pellicola. Per Steve McCurry «è solo l’istinto della pancia» che riesce a trasformare una foto in una icona. Forse bisogna aggiungere un altro particolare: deve essere stampata, non può essere o restare digitale, perché i pixel sono la negazione della persistenza di un’icona, della sua durata, della sua capacità di resistere alle rovine del tempo. La foto di Caroline de Bendern, simbolo del Maggio francese, è uno dei tanti esempi degli ingredienti che servono per sublimare un’immagine in essenza. La Francia ne ha un altro: «Le baiser de l’hotel de ville». Una giovane coppia legata da un bacio appassionato nel marzo del 1950 a Parigi, immortalata da Robert Doisneau. Generazioni di innamorati e di adolescenti sognanti hanno attaccato quel poster nelle loro camerette. Sembrava scattata per caso. Invece Doisneau rivelò, mezzo secolo dopo, che i due innamorati erano attori, Françoise Bornet e Jacques Carteaud, e la loro storia durò solo pochi mesi. Nel 2005 la Bornet, alla quale il fotografo aveva donato lo scatto originale, mise all’asta quell’icona di amore giovane e la vendette per 200mila euro.

Altre storie? Il miliziano morente di Robert Capa, nella guerra civile spagnola. Anche questa una foto costruita che, addirittura, non sarebbe nemmeno di Capa. Scattata come una ripresa di un film, «Raising the flag», i marines che alzano la bandiera americana a Ivo Jima, firmata da Rosenthal, fotografo dell’Ap che scelse i tempi e i protagonisti dello scatto. Stessa cosa per «Bandiera rossa sul Reichstag», foto simbolo per la fine della seconda guerra mondiale, opera di un tenente sovietico, Yeugeny Khaldey. Il «guerrillero heroico», il Che triste di Albert Korda, è invece una immagine isolata da un contesto diverso, con Guevara messo in primo piano e gli altri elementi, persone e piante, cancellati. Poi fu Giangiacomo Feltrinelli a trasformarla in icona. A riprova che è il fotografo a fermare il tempo, ma è la stampa a rendere eterno un attimo. Vero o falso che sia.