Giovedì 25 Aprile 2024

L'Italia cambi approccio. La nostra vita è una continua corsa a ostacoli

La Giornata internazionale delle persone con disabilità, celebrata ieri nella data scelta dall’Onu per promuovere i diritti e il benessere dei disabili, non è per me una giornata di festa, ma un’occasione per evidenziare e comprendere quanto sia fondamentale tutelare i diritti delle persone con disabilità, che sono prima di tutto persone.

Il Presidente del Consiglio Conte ha tenuto la delega alla disabilità: ho molto apprezzato il suo atteggiamento di apertura, ma i milioni di persone che oggi in Italia vivono questa condizione necessitano di risposte concrete. Ci sono ancora troppi diritti che vengono negati, dallo studio alla salute, allo sport. Io ho perso le gambe in un incidente stradale e ho imparato che la disabilità non è una malattia contagiosa, che disabili non sempre si nasce.

Bisogna cambiare approccio. Lo sport e l’arte sono due strumenti preziosi. Nel 2011, a Valencia per un meeting internazionale di atletica, rimasi colpita dai percorsi accessibili predisposti per i non vedenti e per i non udenti. Ascensori parlanti, fermate delle metropolitane dotate di ascensori speciali, semafori che interagiscono con i non vedenti: sogni ancora utopici per il nostro Paese.

E poi parliamo di diritto allo sport. Nonostante i successi che gli atleti paralimpici hanno regalato all’Italia, quando si accostano i termini ‘sport’ e ‘disabilità’ ti guardano come se fossi un alieno. Lo Stato non concede auiti e protesi di tecnologia avanzata funzionali all’attività sportiva. Al riguardo ho presentato, già l’anno scorso, una proposta di legge a mia prima firma, ancora arenata in commissione. Eppure lo Stato dovrebbe guardare allo sport come a un investimento a lungo termine: migliore è lo stato di salute di una persona oggi, minore si presuppone sarà l’assistenza un domani.

Purtroppo l’Italia è in cima alla non invidiabile classifica per i problemi nei trasporti, ed è tra gli ultimi posti per quanto riguarda la rimozione degli ostacoli all’educazione e alla formazione. Ma io sono un’inguaribile sognatrice, sogno un mondo di gente che si aiuta e non si volta dall’altra parte. E di certo non mollo. I riflettori vanno tenuti accesi sempre, e non solo il 3 dicembre.