Venerdì 19 Aprile 2024

Libertà di scelta

GENITORE 1 – genitore 2 (anzi, nei moduli, 1° e 2°), o padre-madre? Il problema, ancora non grave, è già serio. Dando i numeri, quali (poche) ipotizzate discriminazioni si evitano e quali (tante) sensibilità si offendono? Sulle sensibilità non si decide a maggioranza. Se quella silenziosa vuole padre-madre, basterebbero effettivi problemi di discriminazione contra legem a dar ragione ai pochi. Ma è davvero così? E, soprattutto, non sarebbe tecnicamente possibile chiamare padre e madre col proprio nome ma accontentare anche le genitorialità diverse? Ragioniamo secondo la legge attuale, retrograda o giusta che sia. E chiediamoci se genitore 1-2 sia una fuga in avanti verso leggi future sperate, mentre il nostro diritto di famiglia privilegia ancora la diarchia padre-madre, riservando le adozioni alle coppie etero.

Altra cosa è che non si precluda, in quanto non contraria all’“ordine pubblico internazionale”, la delibazione di sentenze straniere riconoscenti genitorialità a coppie omosessuali. È come per il divorzio estero, riconosciuto in Italia anche quando da noi non c’era. La legge non prevede (ancora) la genitorialità della coppia omosessuale. Solo se e quando lo farà cambierà il quadro. Non basta la fuga in avanti di molti sindaci (come ha poco senso il loro dichiarare un comune “denuclearizzato” o “libero da OGM”). Allo stato, qualche problema lo pone la famiglia monogenitoriale, o da secondo matrimonio, o con il genitore transgender. Forse è possibile salvare capre e cavoli: usare “padre” e “madre” ma trovare anche un termine “equipollente” per l’esercente potestà genitoriale ad altro titolo.

Cinquant’anni or sono fu abolita la indicazione di paternità per evitare il “figlio di nn”, allora infamante. Mentre la nuova coscienza sociale è ormai così “arcobaleno” da saper omologare diverse denominazioni per diverse genitorialità. E, poi, chi è “genitore primo”? Sempre il padre? O la madre? O si sorteggia? Dovrebbe esserlo sempre la madre, autrice dell’ovulo, che vale almeno quanto il seme del padre, ma che in più ci mette la gestazione. Ed è, dunque, sicuramente “più genitore” (genitore 1° ce n’è uno solo?).