Giovedì 25 Aprile 2024

Il richiamo del voto

Il vento elettorale delle consultazioni regionali ed europee comincia a spirare bruscamente prima del previsto e rischia, se non di buttare giù, certamente di rendere sempre più pericolante la fragile alleanza tra Lega e 5 Stelle. I fronti di conflitto si fanno via via più ampi, ma, soprattutto, cresce il tono dello scontro. E il duro e, per molteplici versi, inedito botta e risposta serale sull’immigrazione tra Matteo Salvini e Giuseppe Conte ne è cartina di tornasole. Come lo è l’ultimatum dei vertici del Carroccio sul reddito di cittadinanza per le famiglie numerose e per i disabili. In entrambi i casi siamo in presenza di contrasti nel merito dei dossier e delle vicende, ma sono ugualmente rilevanti i segnali che indicano un salto di qualità della contesa «politica» nelle due specifiche partite in corso. E non è da escludere che lo stesso cambiamento di registro si estenda agli altri capitoli al centro delle diatribe tra le due componenti dell’esecutivo. Ci riferiamo, principalmente, alla Tav (o, più in generale, alle grandi infrastrutture e alle trivelle), ma anche all’autonomia spinta chiesta dalle regioni del Nord. Insomma, dietro i nodi di merito mai sciolti in questi mesi e dietro la contrapposizione di principi e impostazione mai risolta concretamente, si va delineando per leghisti e grillini una prospettiva di crescente e intensa competizione politica ed elettorale che si accentuerà nelle settimane a venire. E con questo orizzonte poco propizio diventa sempre più complicato, anzi impossibile, ipotizzare che il governo possa stare al riparo dalle bufere che si moltiplicheranno tra i due partner della maggioranza. Il doppio voto, europeo e regionale, non farà altro che far lievitare il nervosismo nelle fila dei due partiti in una dinamica che punterà a mettere l’accento sugli elementi identitari di ciascuna forza. E, in questo percorso di guerriglia reciproca, non si può eliminare dal radar il rischio della rottura. Soprattutto se i 5 Stelle dovessero vedere aumentare ulteriormente il consenso della Lega e peggiorare, invece, le indicazioni di voto per il Movimento.