I voti della Lega. Il momento di scegliere

Matteo Salvini commenta i risultati delle Europee (Newpress)

Matteo Salvini commenta i risultati delle Europee (Newpress)

Tocca alla Lega. Tocca al partito di Matteo Salvini la palma di primo partito italiano. Con un risultato tondo e netto che raggiunge le stime dei migliori sondaggi degli ultimi mesi. Un 34 per cento che non ammette distinguo ma che rileva in maniera significativa anche in termini di distanza rispetto all’altro contraente del contratto di governo. Rispetto al Pd e, non ultimo, rispetto a Forza Italia. E così il leader del (ex) Carroccio è riuscito nell’impresa "quantitativa" di far diventare la Lega la prima forza politica del Paese e in quella "qualitativa" di "nazionalizzarla", facendola uscire dai confini della vecchia Padania fino a scendere verso la Toscana e Roma e, addirittura, a penetrare nel profondo Sud. Perché è del tutto evidente che un risultato nazionale di questa portata non può che derivare da un ampliamento del consenso in regioni di differente vocazione politica. 

Ma se tocca alla Lega la palma d’oro di questa tornata, tocca a Salvini "anche" l’onere di dover usare al meglio i voti ottenuti. I grillini sono in crisi nera e, in quanto tali, saranno ancora più movimentisti e inafferrabili di oggi. L’alleanza giallo-verde è da mesi paralizzata da una infinità di contraddizioni interne, conflitti feroci (anche personali) e veti grillini sulle partite vitali per il Paese. Pensare di rivitalizzare una coalizione allo sbando potrebbe rivelarsi impervio e verosimilmente impossibile. Staccare la spina e chiedere il voto anticipato con una coalizione coesa e organica, invece, potrebbe essere la mossa più conseguente al risultato conquistato. Tocca a Salvini, dunque, scegliere. Nella consapevolezza che di occasioni elettorali non chieste e successivamente pagate a caro prezzo è lastricata la politica dell’ultimo decennio.