Giovedì 18 Aprile 2024

Elettori permanenti

Eppur si vota. Anche troppo, si potrebbe dire, se non si rischiasse di essere male interpretati. Allora chiariamo.

Il voto è il sale della democrazia, il momento più alto e irrinunciabile, quello in cui il cittadino decide chi deve guidare la comunità, locale o nazionale che sia. Aggiungiamo, tanto per prendere le distanze da certe interpretazioni distorte, che la scelta del popolo è sempre sovrana: insomma, non ci sono risultati intelligenti se ha vinto la nostra parte, o esiti inquietanti se hanno vinto gli altri. Detto questo, è anche lecito aggiungere che nel nostro Paese, se non si vota troppo, di sicuro si vota in modo sgangherato, disordinato e costoso. Domenica prossima, ad esempio, vanno alle urne per rinnovare le amministrazioni locali sette milioni di italiani. Bene. Una bella fetta di popolazione, per non dire popolo che ora suona male.

L’anno prossimo ce ne sarà un’altra consistente con capoluoghi importanti come Firenze (Milano e Bologna no: lì si è votato nel 2016). Nel 2019 avremo il nostro bel daffare come elettori. Ci saranno le Europee, scelta molto politica a cui si affiderà la conferma o la smentita del voto del 4 marzo, e una raffica di regionali. Solo una raffica, però, mica tutte. In Sicilia, ad esempio, si è votato l’anno scorso, mentre in Friuli, Molise e Valle D’Aosta poche settimane fa, ma non nello stesso giorno. Troppo facile. E c’è andata bene che abbiamo evitato il voto anticipato il 29 luglio prossimo, in piene vacanze, e pure giorno di nascita di Mussolini. Apriti cielo. Tutta questa lista della (cattiva) spesa per dire due cose. Primo, che certamente i costi della democrazia aumentano rispetto a un calendario più razionale che accorpi almeno di volta in volta tutti gli appuntamenti dello stesso segno. Secondo, che il mondo politico finisce per vivere in una campagna elettorale permanente, dunque più dedito alle promesse e alle risse che ai fatti concreti, sempre in cerca di vittorie o di rivincite. Allora, lanciamo un appello al presidente Conte: metta ordine in materia. È una riforma che non costa e fa pure bene alla salute. Del Paese.