Si avvicina il capolinea

Verrebbe da dire: e tre. Tutto lascia presumere che il voto in Basilicata avrà un esito simile a quello di Abruzzo e Sardegna. Con la vittoria del centro-destra, la sconfitta-tenuta del Pd e la débâcle dei 5 Stelle. Tre test, tre indicazioni univoche che, con tutta probabilità, offrono più di un segnale su come potranno andare "anche" e soprattutto le elezioni europee. E se così sarà, come ipotizziamo non solo noi, Luigi Di Maio e i suoi potranno anche continuare a far finta di niente, accampando mille scuse e mille alibi, ma sarà del tutto evidente, invece, che la stagione del grillismo sopra il 30% potrà dirsi rapidamente e definitamente archiviata.

Bastano due semplici note a margine: al Nord l’insediamento grillino non è mai stato esteso e, dopo le posizioni anti-Tav e anti-impresa manifestate o emerse a più riprese, non è da escludere un crollo addirittura sotto il 10%. Al Centro c’è Roma: e potremmo anche fermarci al titolo, perché l’esperienza Raggi si sta rivelando di fatto un boomerang senza fine per il Movimento. Rimane o, meglio, rimaneva il Sud: il vero bacino elettorale del grillismo, con percentuali tra il 40 e il 50%. Ma, come dimostrano la Sardegna, in parte l’Abruzzo, e come, a maggior ragione, dimostrerà la Basilicata, la spinta propulsiva della "rivoluzione gialla", con il propellente del reddito di cittadinanza, risulta esaurita con la velocità di un’illusione morta in culla.

A quel punto, quando a fine maggio tutto sarà compiuto, Di Maio potrà anche continuare a far buon viso a cattivo gioco. Ma chi non potrà più insistere nel mantra "andremo avanti per cinque anni" sarà proprio il vincitore del torneo di primavera: Matteo Salvini. Anche le vittorie presentano il conto e il leader leghista sarà costretto dalla forza dei fatti a dover scegliere tra la capitalizzazione del nuovo consenso in un voto politico anticipato e il rischio di una più lenta, ma non per questo meno verosimile, erosione del favore elettorale. Non fosse per altro che per l’abbraccio "mortale" con l’alleato in caduta libera.