Elezioni 2018, lo strappo di Gentiloni

La guerra a bassa intensità che si sta svolgendo dentro la coalizione di centrosinistra ha toccato a Bologna un punto di non ritorno

La guerra a bassa intensità che si sta svolgendo dentro la coalizione di centrosinistra ha toccato a Bologna un punto di non ritorno, con un premier del Pd che partecipa in maniera evidente una manifestazione elettorale di una lista concorrente al Pd, la lista prodiana “Insieme”, una formazione che potrebbe togliere al Partito democratico voti importanti per poi farli finire dispersi nel caso non arrivasse all’uno per cento. Finora le frizioni tra Paolo Gentiloni e Matteo Renzi erano rimaste in secondo piano, note agli addetti ai lavori ma mascherate in pubblico dai diretti interessati, da Bologna sono un po’ più evidenti a tutti. È stato tutto il mood dell’incontro a suonare come una sconfessione del renzismo, che certo al segretario dem non avrà fatto piacere. Quel “abbiamo bisogno di serietà al governo” pronunciato da Prodi è parsa ai presenti una stilettata diretta all’ex premier fiorentino, una netta presa di distanza dai toni e dei metodi della poetica renziana. Che tutto ciò arrivi da Prodi non sorprende più di tanto, in fondo i rapporti tra il Professore e Renzi  ultimamente non erano buoni e la stessa nascita della lista “Insieme” testimoniano la distanza tra i due; che alla sconfessione pubblica del segretario abbia preso parte il premier in carica fa invece un po’ più specie. E in un momento difficile come questo, con una campagna elettorale che non decolla e la lista Bonino che rosicchia voti importanti, a Renzi tutto serviva meno che una guerra a bassa intensità con Gentiloni. L’uomo, ricordiamolo, saldamente in testa nel gradimento degli italiani.