Salvini l'europeista

Le parole pronunciate da Matteo Salvini nel corso di un’intervista al nostro giornale, con le quali il leader leghista ha apertamente sdoganato l’ipotesi Tajani e addirittura Draghi per la guida di un governo centrodestra, non erano e non sono scontate. Si, certo, Salvini aveva sempre detto, d’accordo con Berlusconi, che “chi prende un voto in più indica il premier”, ma i nomi di Tajani e Draghi per i leghisti non sono certo neutri. Rappresentano due simboli stessi dell’Europa. Non averli esclusi, da parte di Salvini, evidenzia in maniera plastica il percorso che la Lega sta compiendo. Da quando si faceva largo a colpi di no-euro e flirtava con la Le Pen a oggi il cammino è stato lungo. Salvini, che è molto più pragmatico di quanto lo dia a intendere, ha capito che l’opzione di arrivare secondo (nella coalizione) dietro a Forza Italia è un’ipotesi tutt’altro che irrealistica, e quindi inizia a mettersi avanti.