Elezioni 2018, il 'pericolo' Bonino (per il Pd)

Una dozzina di deputati e la metà di senatori. E' questa la truppa di parlamentari che Emma Bonino "rischia" di scippare al Pd, impedendo al partito di Renzi di proclamarsi primo gruppo parlamentare, con tutte le conseguenze che ne conseguono (per prassi, l'incarico di formare il governo viene infatti affidato da presidente della repubblica a chi guida la truppa parlamentare più numerosa). Ecco lo scenario da incubo che agita le notti del Nazareno, incubo che prende forma sempre più concreta visto l'andamento dei sondaggi che registrano una crescita lenta ma costante della lista +Europa guidata dall'esponente radicale.

Secondo i confusi meccanismi del Rosatellum, se +Europa dovesse prendere più del 3 per cento dei consensi, i suoi voti non finirebbero al Pd di Renzi di cui +Europa è alleata, ma contribuirebbero a eleggere propri deputati e senatori. "Sottraendoli" di fatto al Pd. E' evidente che ufficialmente sia Renzi sia la Bonino minimizzano gli attriti, ma il timore dell'uno e la speranza dell'altra è palese. Lo spazio di manovra per la leader radicale d'altra parte esiste. Certo, +Europa non potrà mai sfondare più di tanto, ma un consenso di nicchia è in grado di ritagliarselo. Mentre infatti su temi fondamentali come Europa e migranti la posizione del Pd è, diciamo, per lo meno "sfaccettata", quella della Bonino è netta. Probabilmente minoritaria nel Paese ("si a più Europa", "si all'accoglienza") ma netta. Tanto basta per attirare consensi di chi su certi argomenti si sente poco rappresentato da Renzi. Che d'altra parte sugli stessi temi non può più di tanto forzare la mano per non lasciare campo alla destra.