Venerdì 19 Aprile 2024

Educazione allo sbando

Bologna, 13 luglio 2018 - Avviso agli insegnanti e agli educatori: se volete proporre una lezione originale agli scolaretti parlate della famiglia. Quella codificata da madre natura che, secondo un certo modo di pensare innovativo, va sempre meno di moda: papà (uomo), mamma (donna), figli (concepiti o adottati secondo la legge). L’idea–paradosso viene spontanea osservando ciò che è successo al centro estivo per bambini collocato in un asilo nido di Casalecchio di Bologna, dove una educatrice ha fatto festeggiare il gay pride del giorno successivo, il 6 luglio.

Festa per il Gay Pride al centro estivo di Casalecchio, rabbia dei genitori

Se si riavvolge il nastro delle strampalerie educative proposte ai bimbi, ai quali si confondono le idee anziché chiarirle, sbucano episodi surreali. C’è un’Italia distratta dove a scuola si vuole abolire la festa di Natale per rispetto agli islamici a cui non frega assolutamente nulla, dove in un teatro, sempre a Bologna, la Bella addormentata diventa gay, e dove un sindaco nel Pesarese sposa e si fa fotografare con due papà che hanno un figlio concepito negli Stati Uniti con probabile utero in affitto. Pratica peraltro proibita in Italia. Nella casistica di celebrazione a tutti i costi delle diversità è andato in scena perfino uno spettacolo a San Benedetto del Tronto dove il Principe azzurro, figura che fa sospirare ogni generazione femminile, scocciato dalle avances delle pretendenti fugge con un amico gay. In questo mondo c’è sempre qualcuno

che vuole imporre la diversità e cambiare i sogni. Soprattutto a scuola temi come la famiglia e le diversità, appunto, non possono essere lasciate all’improvvisazione di educatori che, come a Casalecchio, dipingono la faccia dei bambini con l’arcobaleno annunciando semplicemente loro che esistono molti tipi di famiglia. Per carità, ognuno è libero di scegliersi come compagno uno dell’altro sesso oppure no. Ma spiegarlo ai piccoli di 6 anni con uno show non è possibile, come è un errore manipolare l’identità di genere nei programmi scolastici. Ci sono tempi e modi codificati per spiegare la famiglia arcobaleno e l’omosessualità, che pure hanno diritto di cittadinanza.

E la scuola, che dovrebbe essere palestra di equilibrio, in molti casi sbanda. Mentre mezza Europa dibatte con i capi di Stato il nodo immigrazione, a Palermo i prof si sono presentati in maglietta rossa alla maturità nel giorno della protesta contro la svolta salviniana. Proposta: riuniamo in una classe i docenti che vogliono troppa fantasia al potere, comprese le magliette rosse, e rimandiamoli a settembre. Con ampio rischio bocciatura.