Ecco perché Salvini non può lasciare Draghi

Le intemperanze leghiste

Per convincere Matteo Salvini a entrare nel governo Draghi, Giancarlo Giorgetti gli ha detto: "Perderemo consenso nell’immediato, ma se un giorno dovessimo governare noi, l’Europa non potrebbe battere ciglio". E all’incredulo corrispondente del ‘Financial Times’ che gli chiedeva come mai il ‘Barbarian’ fosse diventato europeista, Salvini rispose: "Eravamo contrari all’Europa che ci imponeva l’austerità. Siamo favorevoli all’Europa che ci consente di spendere per crescere". Sono perciò vane le speranze di Enrico Letta e Giuseppe Conte di vedere la Lega fuori dal governo. Al tempo stesso è impensabile che Salvini faccia l’uomo di lotta e di governo.

Ci ha provato due volte Bertinotti e abbiamo visto come è finita. Certo, Matteo – come l’altro Matteo – è affetto talvolta dalla sindrome dello scorpione che nella favola di Esopo non resiste alla tentazione di pungere la rana che gli ha dato un passaggio per guadare il fiume pur sapendo che annegheranno entrambi.

Il problema è che Draghi ha la scorza più dura della rana di Esopo e se lo scorpione scivolasse annegherebbe da solo. Dunque, come dice il premier, il governo va avanti. Perciò siamo convinti che lo scorpione Salvini preferisca alla fine farsi arrotondare il pungiglione dalla manicure piuttosto che rinunciare a dire la sua su come spendere 209 miliardi di euro in poco tempo.

Resta da chiedersi quanti voti portino iniziative come quella di mandare un uomo simbolo dei No Green Pass come Claudio Borghi a votare contro il lasciapassare europeo. Si rincorre così Giorgia Meloni, che fa benissimo il suo mestiere di opposizione, visto che all’estero ha le spalle coperte dalla presidenza del Ppe? La Lega è o no un grande partito nazionale con aspirazioni più che legittime di guidare un governo?

Se è vera la seconda ipotesi – come noi crediamo – non è affatto scontato, come osservava ieri Michele Brambilla su questo giornale, che la maggioranza dei suoi elettori siano No Green Pass o addirittura No Vax. Inseguire i voti dei tre milioni di ultracinquantenni che non sono ancora vaccinati può essere una succosa tentazione. Ma chi dice che non esiste il rischio di perdere una parte di quanti sono favorevoli a vaccini e Green pass? Soprattutto nel Nord produttivo che ha subito la prima, indimenticabile strage e vuole lavorare in sicurezza senza inseguire il tampone quotidiano? Per correre incontro alla siringa basterebbe verificare ogni giorno che la stragrande maggioranza delle persone che si trovano in terapia intensiva e che muoiono, in Italia e all’estero, sono non vaccinate. In ogni caso, stare in questo governo procura alla Lega tanti e tali vantaggi che qualche mal di pancia è perfettamente sopportabile.