Cristiano Ronaldo (Ansa)
Una cosa va detta: Ronaldo non è molto collaborativo. Dice che lui è venuto a Torino per giocare e basta. In un momento così difficile dovrebbe essere più disponibile, anche psicologicamente. Fare un po’ di casino, giocare a Monopoli coi compagni, fare almeno un’escursione al Sestriere, mangiare qualche volta Agnolotti del plin, Tajarin, Bagna càuda, Bônèt, Bicerin, Gianduiotti con un bicchierino di vermouth, e falli contenti, perbacco. No. Lui non mangia, non beve, non…Il pallone, solo il pallone è la sua vita. Punt e mes, scusate, punto e basta.
E lo dico anche per i giornali: il contratto c’è l’ha e non lo discute, le cifre sono note, gli allenamenti li ha fatti anche sulla barca, in casa, in terrazza, nella Rolls grandissima che si è comprato, alla Cantinassa, non gli possono dire niente, non ha pianto come Messi, non è indiavolato come Mbappé, Giorgina non fa lo strip come Wanda Nara Icardi, Pilar Rubio (Ramos), Alicia Ayles (in Mbappè, appunto), Mirella Pereira (Wijnaldum), Alessia Elefante (Donnarumma!), Hiba Abouk (Hakimi) e tutte le wags che Playboy ci camperebbe un anno. Eppure, un titolone al giorno a Ronaldo non glielo nega nessuno. Oggi qua, domani lá. Madrid, Manchester, Parigi, Vattelapesca e Canicattí.
Quelli del calciomercato lo detestano, in Fiat lo storinerebbero volentieri per quella lussuosa scuderia tuttemarche che ospita giusto una Ferrari perché fa fino, almeno per quest’anno. Eppoi, mi dicono che si è rifiutato di prendere in considerazione l’acquisto del Lingotto – con annesso storico ufficio dell’Avvocato – che va all’asta fra pochi giorni: qualcuno sperava che CR7 facesse l’affare se non altro per restituire almeno un centone (di milioni) di quelli cuccati a Andrea Agnelli che si sta dissanguando per Locatelli. Capirete, a questo punto, perché in Casa Juve si parla di un nuovo Chiesa europeo, di Dybala capellone, della timidezza di Morata, di Ramsey che non tira, di Pjanic che non arriva, di Bernardeschi rinato, di Bonucci degradato, di tutto mentre non si conoscono ancora le alchimie di Allegri che tuttavia – media docent – ha già vinto lo scudetto e deve (deve) vincere la Champions. Immagino con Ronaldo, sennò trenta gol chi li fa?