Donne poliziotto, sorrisi e muscoli

Donne poliziotto (Imagoeconomica)

Donne poliziotto (Imagoeconomica)

Andare a lavorare con la maschera anti gas, lo scudo anti sommossa e il casco U-bott potrebbe non essere il sogno di ogni donna. Ma è bello che per qualcuna quel sogno si sia avverato. Da oggi le ragazze scendono in piazza a tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica. Dall’altra parte della barricata si stanno già studiando rime plausibili e offensive per "celerina". Qualcuno sarà portato a sottovalutare ingannato dall’onda morbida del capello. Ma non sono previsti sconti. Anche loro saranno lì per menare quando ci vuole. Con la pistola in tasca. Con il manganello. Le quote rosa dei reparti speciali avranno messo in conto non solo le sassate ma anche i rimbalzi osceni. Cade un altro tabù, l’ultima presunzione di fragilità e inadeguatezza su base cromosomica.

Basta avere il fisico, le bamboline si astengano. E su questo non è il caso di lamentarsi. Sotto il metro e sessanta una non prova a fare la top model, viene respinta al reclutamento per gli assistenti di volo e non ambisce alle sommosse. Ci vuole presenza. Come per le guardie svizzere la cittadinanza elvetica e per i corazzieri l’altezza. Per il resto, una Beretta 92 nella fondina annulla le differenze. Non c’è da chiedersi cosa spinga una ragazza a un mestiere pieno di fatica e pericoli. Noia? Stipendio? Motivi nobilissimi per un sesso come per l’altro, tanto più che non le mandano con la forza. Quanto all’efficacia di una presenza femminile in divisa, i precedenti sono incoraggianti. Sulle multe per sosta scaduta nessuno batte una donna. Essere fermati senza cinture da due vigilesse non lascia spazi diplomatici. Una bella bionda sul cofano di una Volante trasforma la cronaca nera in una canzone di Rino Gaetano. Luoghi comuni? È per farci il callo, ci portiamo avanti.