Giovedì 25 Aprile 2024

La crisi grillina. La sconfitta di un leader dimezzato

Luigi Di Maio ha perso quasi tutto. Non gli è bastato derogare alla purezza tra compromessi, giravolte, alleanze a destra e a sinistra. Stavolta si è superato: ha scelto di abbandonare pure il coraggio. Per un Movimento che ha iniziato urlando vaffa a tutto e tutti (partiti in primis) significa una cosa sola: suicidarsi. Demandare a un voto sulla Rete la scelta se correre o meno alle Regionali in Emilia-Romagna e Calabria è stata una plateale ammissione di debolezza. Ma, stavolta, oltre al danno è arrivata la beffa. Il web ha sconfessato la linea del capo politico e, oggi, la sua leadership già indebolita rischia di naufragare. Gli iscritti del M5s (pochi, hanno votato in 27mila su oltre 125mila aventi diritto) per la prima volta hanno sconfessato il leader e hanno dato ascolto alle istanze locali.

Roberta Lombardi affida a facebook una riflessione che è più di uno sfogo: "Chi si nasconde dietro un quesito mal posto e scritto in maniera fuorviante che umilia uno strumento straordinario come Rousseau, chi sponsorizza il non voto evitando addirittura di presentarsi alle elezioni, rinnega lo spirito stesso del Movimento5Stelle che ha fatto della partecipazione e della cittadinanza attiva la propria colonna portante e la propria cifra distintiva".

Hanno scelto di correre. E, quindi, di rischiare. Di provarci, nonostante la disfatta annunciata. La strategia di Di Maio era di arrendersi alla realpolitik del breve periodo: salvare la faccia, soprattutto nella ex culla del Movimento, cioè in Emilia-Romagna.

Ma ora per il ministro degli Esteri saranno dolori sia sul fronte interno, sia nella maggioranza di governo. Il Pd – se il governatore uscente democratico Stefano Bonaccini dovesse perdere in Emilia-Romagna – non gli perdonerà la corsa solitaria e il governo traballerà ancor più di oggi. Insomma, una sconfitta su tutti i fronti. Senza contare, l’ultimo aspetto non di poca importanza: la composizione oggi del Movimento 5 Stelle. Secondo Marco Valbruzzi, dell’Istituto Cattaneo, molti stellati sono già emigrati nelle fila della Lega. ’Trasloco’ reso evidente dalle ultime elezioni europee, soprattutto in Emilia. Presentandosi da solo e subentrando in corsa alla competizione elettorale, il Movimento rischia, oggi, l’ennesimo travaso di voti. Questa volta dall’altra parte: verso Bonaccini e il Pd. A questo punto la competizione si sposterà proprio qui: chi riuscirà a conquistare i consensi del Movimento 5 Stelle alle elezioni del 26 gennaio.

Il partito (un tempo) pigliatutto si ritrova ad essere l’oggetto del contendere. E chi riuscirà a conquistare parte dei suoi consensi (i sondaggi stimano l’eventuale candidato pentastellato al 6-7 per cento) porterà a casa l’Emilia. Salvini si è messo avanti con il lavoro: "Venite da noi", ha detto ieri subito dopo l’esito del voto web sulla piattaforma Rousseau. Tocca ai dem (e a Bonaccini) tentare di fungere da calamita. Con un’avvertenza: parte degli elettori grillini rimasta è quella ’dura e pura’, da sempre ostile ai dem, soprattutto nelle regioni cosiddette rosse. Non sarà facile.