Scaldando i muscoli

Alessandro Di Battista (Ansa)

Alessandro Di Battista (Ansa)

Nonostante sei mesi e più a sciacquare i panni nei Caraibi, Alessandro Di Battista annuncia il suo ritorno in Italia con i toni di un balilla d’altri tempi. Spuntano i problemi dell’azienda di famiglia e una visura camerale – atto pubblico e neppure smentibile – che dimostra che lui con quell’azienda c’entra, e in un battito ecco che il barbudos in vacanza ti sembra un bullo di periferia. "Se provocate torno ad Arcore sotto la villa del vostro padrone". "Obbedite a Berlusconi, chiamatemi dottore". E di fronte a Renzi che osa intervenire – in politica usa, lo fanno persino i grillini – per punzecchiare, il Dibba non si trattiene: "Ti ho fatto il culo al referendum...". Rieccola la versione vaffa del Movimento, le radici più becere, furiose e illiberali del populismo, misto di cafonaggini social e arroganza manganellatrice. E dire che i 5 Stelle per primi avevano costruito la loro fortuna elettorale col randello ipermoralista contro tutti gli avversari. Satira, rabbia, delegittimazione per ridare voce a chi si sentiva zittito. Ora non si pretende che il Dibba porga l’altra guancia, benché annunci il ritorno su questo mondo la notte di Natale. Ma almeno resti ancorato ai fatti. Che c’entra la minaccia di "tornare ad Arcore" con l’azienda del babbo? V per vendetta? L’indignados per tutti i mali del mondo diventa d’incanto l’indignados con chi tocca il suo mondo. Ora però le vacanze sono finite: bisogna ripartire da capo con le ripetizioni di educazione alla democrazia.