Giovedì 18 Aprile 2024

Decreto dignità, un approccio moderno

Le molte reazioni critiche e le poche, per lo più rituali, condivisioni del decreto Dignità sono state utili a disegnare il cambiamento climatico nella società italiana a proposito del lavoro. Molta acqua è evidentemente passata sotto i ponti rispetto al tempo in cui la polemica sulle norme portatrici della flessibilità contrattuale era così aspra da offrire involontariamente il contesto all’omicidio di Marco Biagi. Al di là delle diverse e mutevoli posizioni sulle cose da fare, possiamo oggi riconoscere come sia largamente superata la tradizionale fiducia nella capacità taumaturgica del formalismo giuridico. Ed è stato proprio questo l’errore passatista del nuovo governo che finora, per il lavoro, non si è fatto governo nuovo. Purtroppo sono molti i segnali che fanno supporre il M5S intento a reclutare, in vari settori, vecchi consiglieri trascurati dal nuovo corso renziano perché ritenuti "troppo a sinistra". Parlare, al contrario, di un approccio moderno significa, da un lato, riconoscere la crescente precarietà e, dall’altro, farvi fronte attraverso politiche di potenziamento delle capacità delle persone. Nella grande trasformazione che viviamo le barriere del diritto sono ridicole e destinate a crollare al primo urto.

Per questo ribadiamo che la maggioranza non contraddirebbe i propri impegni se ritenesse di ridurre i contratti a termine per i più giovani attraverso la maggiore convenienza dell’apprendistato in quanto incrocio virtuoso di teoria e pratica. Nella trascorsa legislatura le istituzioni nazionali e regionali fecero l’opposto. La liberalizzazione dei contratti a termine, gli incentivi smodati ai contratti permanenti, la pretesa di adempimenti complessi e la minaccia di controlli formali per i contratti di apprendistato "educativo", determinarono un effetto di spiazzamento di questi ultimi. Il governo potrebbe ora incoraggiare i contratti "a causa mista" attraverso un solido accordo con le Regioni sulla semplificazione dei piani formativi e l’azzeramento totale degli oneri indiretti senza limite di soglia dimensionale.