Strategia jihadista. L'Occidente è il nemico

"Lo Stato islamico è morto, ma non abbastanza". In effetti le vittorie sinora dichiarate sono più d’una, ma si sono dimostrate tutte con i piedi d’argilla, essendo sempre riferite alla prevalenza militare, mai a quella ideologico-culturale. Sotto questo profilo, il mondo è difficilmente controllabile. Il tentativo di rispettare anche in questa guerra alcuni principi che noi riteniamo universali di certo non ci agevola di fronte a chi li disconosce.

Così, quando il fiume carsico del terrorismo islamista riemerge – e questo può ormai accadere in qualsiasi parte del mondo – il nostro stupore ci pone, spesso in senso critico, sempre le stesse domande: cosa gli abbiamo fatto? Perché ci odiano? Rimaniamo colpiti perché vengono uccisi tanti cristiani, dalla Nigeria all’Iraq, dall’Afghanistan allo Sri Lanka, da Timor Est alle nostre città. Ma, viene il dubbio, forse ci odiano perché occidentali, non solo perché cristiani. Il cristianesimo è la religione prevalente in Occidente, quindi il credo potrebbe essere solo un incidente. Per gli episodi a Colombo e in Sri Lanka il nostro pensiero di certo è andato ai millenari Tamil, angariati prima dai portoghesi, poi dagli olandesi, successivamente dagli inglesi e, infine, da un trattato di pace da loro stessi stipulato, ma ritenuto iniquo.

No, questa volta non c’entrano: solo una piccola parte sono musulmani, circa il 6 per cento, in numero pari ai cristiani. Va anche detto – esperienza diretta – che a Colombo i musulmani non sono visti di buon occhio dal resto della popolazione (multietnica e multireligiosa) con la quale, al solito, hanno difficoltà a integrarsi. Ma questa è una causa del loro disagio, non un effetto. Allora perché ci odiano? Certo, l’attacco alle chiese è una firma, ma larga parte dei musulmani nel mondo odia allo stesso modo Coca-Cola, McDonald’s, fast food e Ibm. Odia, in ultima analisi, quell’american way of life che è ormai simbolo dell’Occidente. Che abbia ragione chi crede nel Conflitto di Civiltà? Giusto respingere con sdegno l’idea. Un pensierino, però, ci può sempre scappare.