Mercoledì 24 Aprile 2024

Coronavirus, l’Italia è sola. Troppe nubi sulla ripartenza

L'unico ad aver parlato con chiarezza dopo la riunione dell’Eurogruppo è stato Woepke Hoekstra, ministro olandese delle Finanze: «In un testo deliberatamente vago, ognuno può leggerci quello che vuole. Ma non una condivisione del debito». Cioè gli eurobond. Era invece una delle due cose chieste dall’Italia, ribadita ieri sera nella conferenza stampa di Giuseppe Conte. L’altra era l’assenza di condizionalità nei fondi del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità. Le ‘condizionalità’ sono il cappio al quale è stata impiccata la Grecia. 

È stata concessa solo per le spese sanitarie, ma Conte conferma di non volersene servire anche se non sarà facile rinunciare a 37 miliardi. I soldi veri stanno nel ‘Recovery Fund’, il fondo per la ripresa. È una buona cosa, ma è complicata e soprattutto è lontana. Se sto annegando, non mi è di grande consolazione vedere una nave all’orizzonte. Tutto è rinviato al vertice dei capi di Stato e di governo. Conte vuole dare battaglia, ma sarà durissima. La maggioranza parla di passi in avanti. L’opposizione grida al tradimento e ieri sera Salvini e Meloni (contrattaccati da Conte) hanno annunciato la sfiducia nei confronti del ministro dell’Economia, Gualtieri. Più prudente Berlusconi, che comunque parla di compromesso al ribasso.

Nella ricerca di soldi, il Pd ha proposto una piccola patrimoniale per i redditi lordi superiori agli 80mila euro. Si raccoglierebbero 1,3 miliardi. In tempi di crisi, è giusto che chi più ha più dia e non soltanto nell’etica cattolica assai cara a Graziano Delrio. Ma in un Paese di evasori di massa, è giusto colpire 800mila persone (per l’85 per cento lavoratori dipendenti e pensionati, cioè chi non può evadere), l’1,9 per cento del totale, che da sole già versano il 25 per cento di tutta l’Irpef?  Resta il problema delle riaperture, rinviate per ora al 4 maggio. Il governo è paralizzato dagli scienziati e sorprendentemente dai sindacati: i lavoratori evidentemente preferiscono la cassa integrazione al lavoro. Con il rischio di tornare a fabbriche ormai chiuse.

La Spagna, che ha più contagi di noi e un numero di morti vicino ai nostri, da lunedì fa ripartire tutte le attività. Ha molta paura del crollo economico. Noi meno. La speranza è che il nuovo comitato per le riaperture, presieduto da un grande manager come Vittorio Colao, riesca ad arginare il disastro.