Il Paese degli asterischi

Agostino Di Maio

Agostino Di Maio

Nelle scorse settimane il governo si è cimentato nella difficilissima operazione di individuazione dei settori merceologici essenziali che, in questa devastante crisi, possono continuare a rimanere operativi. Ad un primo decreto ne è seguito un secondo, ora in vigore, nel quale sono state ricomprese le Agenzie per il lavoro (ApL). E’ stata questa una scelta opportuna e anche necessaria visto che le Agenzie stanno offrendo il proprio supporto a tutte le strutture impegnate in questa difficilissima battaglia: personale sanitario, infermieri, operatori del settore farmaceutico, del commercio, dei trasporti, dell’assistenza alle persone. D’altra parte le Agenzie fanno questo: avviare  al lavoro le persone con le giuste competenze presso aziende o soggetti pubblici che richiedono determinate professionalità.

Fin qui tutto bene, pare. Sì, ma fino a un certo punto. Perché nel decreto, accanto al codice riferito alle Agenzie, definite “interinali” anche se questo termine è stato abrogato una decina di anni fa (ma non si può pretendere che chi scriva le norme conosca questi dettagli) la stessa poco aggiornata manina ha aggiunto un asterisco. Per puntualizzare cosa? Che le Agenzie sono si autorizzate, ma solo nell’ambito delle attività autorizzate dal governo. Qui Kafka troverebbe pane per i suoi denti visto che le Agenzie forniscono evidentemente personale solo alle attività operative, e non di certo a quelle che non lo sono (non autorizzate).

Allora la domanda sorge spontanea. Perché questa specificazione? Perché questo asterisco? La risposta può essere solo una. Perché la burocrazia e l’ipertrofia normativa rappresentano da sempre uno dei principali avversari di questo Paese. Perché se non interverremo con una semplificazione radicale ci sarà sempre annidato in qualche ufficio un qualche burocrate pronto con la sua manciata di asterischi a legittimare la propria esistenza (e il proprio stipendio) sovente senza conoscere il mondo che pretende di regolare. E se e quando il nostro Paese (con i suoi cittadini e le sue imprese) ripartirà dovremo prima di tutto aver abbattuto questo mostro. Se non lo faremo un intero sistema economico e sociale sarà alla mercé di questo nuovo Leviatano. La prima vera impresa che ci attende sarà una monumentale opera di semplificazione e di sburocratizzazione. Ne va del nostro futuro.