Sicurezza a ogni costo

Il mondo della notte e del divertimento cambiano in fretta e noi (la società) forse non ce ne accorgiamo in tempo. Difficile tenere il passo. Orari e riti giovanili si accavallano, tutto rifatto, l’oggi è già domani. Con genitori e istituzioni che arrivano sempre in ritardo, mentre i ragazzi corrono più in fretta nella loro turbolenta e a volte ingenua, percezione e fruizione del tempo libero. Poi irrompe la tragedia di Corinaldo. E mentre ancora ribollono dolore e rabbia ci si accorge che molti locali viaggiano sul filo dell’ illegalità, che lo spray al peperoncino gettato in pubblico per vedere l’effetto che fa non è la follia di una sera, ma una moda demenziale e diffusa, che molti genitori non lesinano affetto ma nulla sanno su chi frequentano i propri figli o quali sono i pericoli della giungla urbana. Una giostra di amore e buio, preoccupazione e non conoscenza. E allora ha ragione Giulia, nel suo candore, che nella lettera ai compagni di scuola in queste pagine scrive che "tutti devono sapere a cosa ha portato questa tragedia nelle nostre vite". Racconta, forse inconsapevole, una grande verità. Il reportage qui accanto svela che a Rimini, città simbolo del divertimento, ma anche in mezza Italia, nel fine settimana sono comparsi poliziotti, finanzieri e cani antidroga. Controlli minuziosi sugli ingressi, sull’età dei ragazzi, sulla sicurezza. Eppure non si può militarizzare il divertimento. Certo, il giro di vite è un segnale. Poi? Poi serve altro, serve un sistema che garantisca sicurezza a monte, non post tragedie. Se in casa mia costruisco un muro, rischio un processo, poi ci accorgiamo che in molti locali le garanzie sono incerte. E questo è il dopo. Ma prima ci sono papà e mamme, che fanno il mestiere più difficile del mondo. Sono preoccupati e permissivi verso i figlioli adolescenti. E sanno poco delle loro frequentazioni, dove vanno, se passano la sera in luoghi sicuri, come si comportano. Certo, non è facile fare il genitore informato. Eppure, bisogna provarci. E a volte non serve a nulla. Dopo Corinaldo prevalgono rabbia e paura. Ma ora cerchiamo di vedere tutto ciò come "un fuoco che illumina e dà speranza". Sono le parole di Giulia nella lettera. È la lezione di Giulia.