Giovedì 18 Aprile 2024

Ma sconti l'ergastolo

Un guerriero galantuomo, Cesare Battisti. Ma con contratto a tempo determinato. Solo nelle ultime 48 ore, infatti, ha ammesso, con corredo di sentite scuse, di aver preso parte a quattro delitti con i Pac, la formazione terroristica in cui militava da leader negli anni Settanta. Non lo dichiara ma spera vagamente in uno sconto. Che l’Italia non gli deve concedere: l’ergastolo è l’abito giusto. Per i restanti 37 anni da latitante dei due mondi, ha trascinato in sua difesa capi di Stato, intellettuali, buona parte della sinistra italiana e internazionale. E tutti insieme appassionatamente hanno alimentato la leggenda dell’eroe romantico inseguito da magistrati e polizia sulla base di complotti, accuse ingiuste, false e sostenute dall’ideologia dello Stato giustiziere. Tutte balle diffuse da una pattuglia di pensatori già smentiti dalla storia e ora sbeffeggiati anche dall’ex terrorista. In realtà Cesare Battisti non ha fatto fatica a imbarcare in sua difesa una certa parte di scrittori e intellettuali di prima fascia, fra cui anche Gabriel Garcia Marquez, perché negli Anni di piombo erano pronti a schierarsi spesso dalla parte dei terroristi in fuga che anche grazie alla «Dottrina Mitterrand» in Francia trovarono un robusto ombrello di protezione. Sempre dalla parte di chi sparava in nome della giustizia proletaria, quasi mai a favore delle vittime. Fred Vargas, scrittrice militante, nel suo pamphlet 'La verità' su Cesare Battisti, uscito nel 2004, descriveva l’Italia degli Anni di piombo come un Paese illiberale e i terroristi rossi come eroi di una guerra civile. E negli anni precedenti giù appelli, proteste collettive e sottoscrizioni contro la congiura di Stato e la verità da ripristinare. Così andava il mondo allora. Oggi Cesare Battisti per la prima volta ammette i crimini di cui fu responsabile dentro la lotta armata. Comodo però fermarsi qui. Guardando in faccia solo la propria coscienza, per essere credibile dovrebbe spiegare i tanti punti oscuri di quegli anni di agguati e sangue, riannodare il filo della Notte della Repubblica, alzare il sipario su capitoli del terrrorismo ancora da leggere. Un cambio di musica rispetto all’atteggiamento da perseguitato tenuto in Francia, Brasile, Bolivia. Poi taccia per sempre. In galera.