Giovedì 18 Aprile 2024

Il metodo Saragat

Fosse solo esplorativo, passi. Ma il mandato che la presidente Casellati ha ricevuto ieri dal presidente Mattarella, è pure vincolato. "Guardi in due giorni se si può fare l’alleanza centrodestra-5 Stelle". Come dire: "Cara signora, dovrebbe essere così gentile da certificarmi in modo ufficiale se quel matrimonio proprio non s’ha da fare". Si dirà: e se non finisse così? Per carità, la politica è anche l’arte dell’impossibile. Ma a favore di questa interpretazione giocano due fattori. Uno storico costituzionale, terreno su cui il capo dello Stato si muove da maestro. Lui sa bene come questo tipo di mandato sia servito, soprattutto negli anni della Prima Repubblica, a sgomberare il campo da ipotesi impraticabili, più che a dare soluzione alle crisi di governo. Ricorda bene l’abilità con cui il presidente Saragat in particolare diede sostanza a un metodo non previsto, ma neppure vietato dalla Costituzione. Una prassi consolidata con l’investitura durata un giorno al presidente della Camera Sandro Pertini, il 24 novembre ’68, e poi a quello del Senato Fanfani il 2 agosto ’69, con una vita altrettanto breve. Insomma: esplorazione e vincolo non escono dai libri di storia come formule vincenti. La cronaca, poi, parla ancora più chiaro. Con il veto anti Berlusconi dei grillini ripartito ancora prima che la Casellati partisse per il Quirinale. Con un Salvini impegnato fuori Roma. Con un centro-destra disposto a discutere, ma senza veti. E con la certezza che dall’altra parte del tavolo Di Maio non ci sarebbe. Tutte posizioni sedimentate, scarabocchiate quotidianamente sui giornali e gridate alla Tv. Manca nero su bianco. Su carta intestata. Un documento ufficiale, un timbro. Che viene scritto da ieri, colloquio dopo colloquio, dalle mani gentili della Casellati.