Martedì 16 Aprile 2024

Anziani malati, un fardello per cuore e portafoglio

Come sono piccoli i vecchi a letto. A 94 anni Teresa sembra una mummia bambina. Passa le giornate dormendo, ma è capace di trasformare la stanza in una scena del crimine. Sa lanciarsi a terra, graffiare e farsi male. Non può stare da sola. Il figlio Enrico mesi fa indirizzò il cuore verso la resistenza a oltranza: purché viva. Ora lei vive e lui poco alla volta muore. Di fatica, emotivamente, finanziariamente. Le dimensioni esigue di quel corpo sono in contrasto con il fardello gigantesco piombato sulle spalle dell’unico erede, che in meno di un anno ha imparato a cambiare i pannoloni e a smistare squadriglie di badanti a suo dire esose e dispettose. Cinico come sanno essere gli intellettuali, non nutriva particolari simpatie per la vecchiaia. Poi ha capito che il problema non è il cumulo di acciacchi che individualmente ci aspetta, ma gestire quello delle persone care. Con il commercialista prima che con il medico. Ha scartato l’idea della residenza sanitaria, vergognandosi di provare orrore per una retta da 3 mila euro al mese. Adesso spende la stessa cifra per una doppia assistenza domiciliare. Due signore segnano il ritmo circadiano della sua angoscia. Durano in media 15 giorni e vengono cacciate con pretesti futili: pare amino tutte i neomelodici. Ha venduto il garage: ha la fortuna di essere un intellettuale con qualche rendita e la sfortuna di non avere coperture dalla Asl.

Il prossimo sarà un appartamento che gli garantiva la pensione. Procede alla cieca in quello che di certo non è un paese per vecchi, anche se è il più vecchio d’Europa. L’Inps ha calcolato che nel 2060 la popolazione sopra gli 85 anni passerà da 1,7 a 6 milioni. A lui basta sapere che sua madre è una dei 2,5 milioni di anziani non autosufficienti nel 2020. E allora pensa al padre che se ne andò di colpo senza disturbare, a quella sera irrimediabile. Pensa che a certe condizioni l’idea di resistere al tempo è sopravvalutata. E torna a vergognarsi.