Mercoledì 24 Aprile 2024

Assalto alla Tav. Il Paese bloccato

Alla fine gli anarchici ci sono riusciti. Hanno dovuto attendere il 2019, un pelino fuori tempo massimo forse, ma tant’è: hanno bloccato il Paese. È bastato pochissimo: quanto andato in scena ieri a Firenze – 74 treni in tilt per colpa di tre centraline incendiate nella notte – lo dimostra con sprezzante evidenza. Diavolina, carta, liquido infiammabile: non c’erano hacker a piratare sistemi informatici complessi, qui si è trattato di un sabotaggio vecchia maniera, "la scintilla di una sigaretta sotto la luna", come si legge nella rivendicazione che è seguita all’attentato. I numeri del disastro si possono fare solo a spanne: migliaia e migliaia di persone rimaste per ore a fare i conti con la rabbia di chi si scopre impotente. Quando il "restare fermi" non è solo una metafora dell’Italia, ma è l’Italia stessa.

Mai sabotaggio o attentato che dir si voglia ha offerto più spunti per fare le pulci alle nostre debolezze. A cominciare da quelle del Governo: in genere gli anarchici hanno il pregio di mettere tutti d’accordo, ma stavolta gialli e verdi riescono nel miracolo di battibeccarsi anche su un fronte che tradizionalmente unisce il Paese, se non altro il Paese che comanda. Di Maio: "È un attacco allo Stato". E Salvini subito a puntualizzare: "No, è un attacco ai lavoratori". 

Così i fatti di Firenze diventano l’ennesimo teatrino di scontro in perfetto stile can-che-abbaia-non-morde. Con il ministro dell’Interno che non perde occasione per scaricare una mitragliata sull’incandescente questione alta velocità contro il collega Toninelli, reo di avere appena licenziato dalla commissione costi-benefici l’unico professore pro Tav: "Se uno fa il ministro dei Trasporti deve lavorare per far viaggiare gli italiani, non per lasciarli a piedi o fermarli". Stavolta gli italiani fermi ci sono rimasti per davvero. E con loro i treni, la Tav, le riforme, il Pil, la credibilità internazionale. 

In questa estate caotica, dove gli sproloqui social si rubano una scena sempre più vuota di azioni oltreché di contenuti credibili, gli anarchici riescono così nell’impresa di mostrarci chiaramente la direzione di un Paese. Che, al momento, non va proprio da nessuna parte.