Sabato 20 Aprile 2024

Stato, regioni, comuni. Tutti contro tutti. E in mezzo i poveri cittadini

Caro presidente Conte, mi chiamo Pippo Russo, o forse Mimmo Caputo, o chissà, Nino Laganà. Ho un bar a Reggio Calabria e mi spiace un po’ dover stare ancora chiuso per quindici giorni. Ma, aspetti presidente, proprio ora alla tv dicono che la mia governatrice Jole Santelli mi autorizza a riaprire. Finalmente, qualcuno pensa a me. Vado a tirar su la saracinesca. Ah, un attimo, arriva una comunicazione del mio sindaco, Giuseppe Falcomatà. Come? Mi vieta di tornare a fare caffé? Bene, rimetto dentro i tavolini... 

Dura la vita dei cittadini della Calabria, alle prese con le follie di un sistema ormai polifonico davanti alle quali non si sa se ridere o se piangere. In una stessa giornata sono infatti giunte dai vari livelli di governo direttive che si contraddicevano tra loro, con la gente spaesata che non sapeva a chi dare retta. Anche se ne avesse avuto voglia. Frutto di una macedonia istituzionale che in questa crisi pandemica si è rivelata in tutta la sua gravità, figlia del nuovo Titolo V della Costituzione voluto a tutti i costi dal centrosinistra a inizio anni Duemila, che pur di inseguire le suggestioni leghiste sul federalismo approvò con la maggioranza di pochi voti una riforma che ha scassato i conti del Paese e prodotto gli sfilacciati risultati sotto gli occhi di tutti. 

Rammentati però i responsabili del caos, va adesso stigmatizzata anche la debolezza di un sistema politico centrale che sconta sì le difficoltà di un quadro normativo incerto, ma che ha messo anche molto del proprio per creare la confusione con cui adesso ci confrontiamo. Se vogliamo che la gente segua le direttive, specie quando esse sono difficili da comprendere e mettere in pratica, occorre che queste siano chiare, semplici e non contraddittorie. Tutto il contrario di quanto accaduto finora, quando si è aperto lo spazio alle "interpretazioni»" dei governatori, a loro volta incerte, con i livelli di governo, da palazzo Chigi fino ai sindaci ognuno per conto proprio. Così, caro presidente, riabbasso la saracinesca del mio bar, contento solo che abbiano eliminato i consigli di quartiere altrimenti magari anche loro avrebbero voluto intervenire. Che vuole, andrò a messa tanto i vescovi hanno detto che si può. Ah, no, il papa ha fatto marcia indietro anche lui... Va beh, la confusione allora non è solo di questo mondo. Non mi resta così che rinchiudermi in casa, meglio in lockdown con la suocera che con qualcuno che decide al posto mio.