Giovedì 18 Aprile 2024

Il cellulare fumante

Un frame del video girato da un amico del 17enne di Lecce vittima di bullismo (Ansa)

Un frame del video girato da un amico del 17enne di Lecce vittima di bullismo (Ansa)

Dice il capo della polizia, prefetto Gabrielli, che il bullismo è una forma di omologazione. Può darsi. Di sicuro è una forma di delinquenza. Minorile, ma non minore, perché se cominciano così fin da piccoli, da grandi saranno probabilmente dei grandi delinquenti. O comunque dei pessimi cittadini. Allora, bene i tre bocciati dell’istituto di Lucca, ancora meglio se fossero stati definitivamente mandati a zappare, anche se l’agricoltura è una cosa seria, e ha bisogno di braccia e di teste di migliore qualità. Sorte che speriamo tocchi anche a quel manipolo di «omologati» che infieriva a Lecce sul compagno di scuola. Giovani da rieducare, certo, con qualche bella bocciatura, scommettendo sul loro recupero, e soprattutto con un discorsetto chiaro ai genitori. Perché è vero che non possiamo sapere tutto dei nostri figli, ma quando lo sappiamo, primo, bisogna chiedersi dove eravamo, come e perché sono cresciuti a quel modo; secondo dobbiamo convincerci del fatto che la carota fa bene alla vista, ma il bastone può maturare i cervelli. Come l’ora di «lezione di vita», proposta dal nostro giornale come educazione alla convivenza civile. Detto questo, la vicenda di Lecce pone, o meglio ripropone in altri termini, il problema smartphone a scuola. Strumento di ulteriore barbarie nel caso di Lucca, di denuncia delle vessazioni in quello pugliese. Diverso l’uso, come diversi sono stati gli utenti. Da cui la domanda: bisogna impedire una buona volta l’uso del cellulare in classe, o è meglio chiudere un occhio visto che in qualche caso può servire a fare giustizia? Problema non banale, che esce dalla pura sfera didattica; nella quale ci sta il rispetto per i docenti e per i compagni, e non ci starebbe il telefonino. Allora, azzardiamo un compromesso: cellulare in uso fino a quando non arriva l’insegnante; cellulari spenti e tutti sulla cattedra quando l’insegnante è in aula. Come ai concorsi. Non sarà l’antidoto contro cretini e violenti. Ma gli toglierà di mano la pistola fumante. Lasciandola ai ragazzi che non sono omologati. E neppure delinquenti.