La fine del sogno

La premier britannica Theresa May (Dire)

La premier britannica Theresa May (Dire)

Brexit, May: "Stop agli europei in cerca di lavoro. Sì ai qualificati"

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Un pub, un negozio di Camden, un posto da Mary Poppins. Tutto nobilitato anni dopo dalla colonizzazione dei cervelli in fuga contesi da ospedali e multinazionali, perché preparati come gli italiani non c’è nessuno. Qualcuno si è sentito necessario. Qualcuno addirittura amato. E anche se impercettibilmente le cose stavano cambiando, nell’Eldorado degli scontenti sono continuati ad arrivare i curriculum prestampati di giovani italiani pronti per il palcoscenico di Starbucks e Pret à Manger. Sorridenti, svincolati da troppa burocrazia in quanto europei, mediamente alla canna del gas e quindi sottopagati. La ruota della fortuna ha cominciato a girare storta proprio mentre la terra delle grandi opportunità tramava per chiudere la porta a tutti gli immigrati che la signora May definisce inutili.

È stato un reciproco scollamento. Hanno smesso di volerci bene e in compenso ci è montata la nostalgia del bidet. Perché chi era là da qualche anno ha capito che non era stato esattamente un affare ritrovarsi nella città dei costi bollenti, che non tutti i camerieri diventavano manager e non era bello ubriacarsi a morte ogni sera rimpiangendo le colline di Siena. Adesso che il Big Ben ha detto stop muore un sogno. Qualcuno però si era svegliato prima.