Giovedì 18 Aprile 2024

Biden bocciato all'esame dei 100 giorni

Fu Franklin D. Roosevelt a tracciare un bilancio dei suoi primi cento giorni. Anni Trenta. Gli Stati Uniti erano a pezzi. Grande Depressione, grande disoccupazione, grande disperazione. Sullo sfondo il diabolico nazionalsocialismo tedesco e l’espansionismo imperiale del Giappone. Da allora ogni neo presidente fa il suo bilancio. Anche Joe Biden, il democratico che siede sulla poltrona che fu del repubblicano Donald Trump. E il quadro d’insieme offre impietose analogie. Gli Stati Uniti sono di nuovo nei guai e i loro nemici di nuovo aggressivi. Che differenza con l’inizio del 2020? Impetuose erano crescita prepandemica e occupazione (96,6 per cento).

Poi la maledizione cinese devastò la salute, l’economia, la fiducia dell’America e dell’Europa. E anche la stabilità politica. Senza il virus Trump sarebbe stato rieletto. Ora c’è Biden. I suoi primi cento giorni cadono il 30 aprile. Prima sorpresa: la popolarità. Con il 52 per cento (Abc e Washington Post, suoi sostenitori) è la seconda più bassa da Ford in poi. Solo Trump era messo peggio, 45 per cento, ma aveva contro la quasi totalità dei media e il Russiagate risoltosi poi in una bolla d’aria.

Che accade? Gli americani si sono pentiti? Lo sapremo fra un anno e mezzo alle elezioni di medio termine. Quel che sappiamo, sempre stando ai sondaggi, è che i consensi per Biden si riferiscono alla gestione della pandemia. Gli States sono vicini all’immunità di gregge. Ma se oggi nuotano nei vaccini, non è per intervento dello Spirito Santo. A intervenire fu il vituperato Donald, il quale un anno fa convocò alla Casa Bianca i big della farmaceutica e disse: qui ci sono i fondi, a novembre voglio i vaccini. A metà novembre cominciarono le somministrazioni.

E Biden? Di suo ci ha messo la razionalizzazione e l’accelerazione della campagna vaccinale. Anche questo è un merito. Ma non una parola e tanto meno un grazie al predecessore. Dove invece i consensi scendono è sul progettato aumento della Corporate Tax con i rischi di tagli occupazionali, sull’immigrazione illegale esplosa rispetto a un anno fa, sull’ecologia, sulla imperversante political correctness. E infine sulla politica estera. I romani dicevano divide et impera. Biden sembra ricompattare in un colpo gli avversari dell’America: dalla Cina alla Russia, all’Iran, alla Turchia. Nessuna meraviglia se – sondaggio della Ecfr – gli europei giudicano gli Usa in declino e non si aspettano alcun aiuto in caso di guerra o altra catastrofe. ([email protected])