Venerdì 19 Aprile 2024

Il bicchiere mezzo pieno

Partiamo dal bicchiere mezzo pieno: lo abbiamo preso. Finalmente. Certo, non è la prima volta che Battisti finisce in manette. Ora, però, sembra quella buona. Nel rispetto delle sue vittime e della giustizia. Tutte cose di cui questo comprimario del terrorismo italiano, diventato star internazionale più per le fughe e la strafottenza che per le imprese omicide, si è sempre fatto beffa.

Anche con il pizzetto e gli occhiali scuri, il suo ghigno da impunito valeva più di un documento (falso). Era proprio lui. Sempre lo stesso. Dunque, che venga a ridere a Rebibbia, e che ci resti a vita, grazie all’espulsione diretta dalla Bolivia.

Con il Brasile, infatti, sarebbe iniziato il bicchiere mezzo vuoto: 30 anni e non l’ergastolo patteggiati per restituircelo. Oddio, siccome ne ha già 64, è molto probabile, a Dio piacendo, che sarebbe uscito con i piedi in avanti. Ma nell’Italia che piange per i detenuti e non per le loro vittime, non si sa mai. Qualunque sia la pena. Per questo, affidiamo alla vigilanza delle future generazioni di politici e magistrati l’impegno solenne: niente sconti o permessi, porta chiusa e via la chiave.

A proposito di governi, beh, oggi che festeggiamo la cattura del fuggiasco, il pensiero non può non andare ai protettori pubblici e privati dei tanti terroristi sfuggiti alla giusta punizione. Al presidente Lula, di fatto complice dell’impunità di un pluri omicida condannato da un Paese, il nostro, che non deve avere dai Lula lezioni di democrazia. A Mitterrand, che trasformò la Francia degli anni ‘80 nel rifugio di tutti gli assassini proletari che scappavano dall’Italia: terra d’asilo, e di impunità. E poi i privati. Dall’accozzaglia “intellettuale” che gli ha sempre dato copertura ideologica, al soccorso rosso nazionale e internazionale fatto di aiuti e connivenze (simile a quello nero di cui hanno goduto i nazisti nel dopoguerra) che ha permesso anche l’ultima fuga. Insomma. Oggi possiamo pure brindare. Dobbiamo. Ma solo a metà.