Basta Dad. Altrimenti ci arrabbiamo

Studenti ancora beffati

Ci stanno riprovando. Con la mezza frase buttata lì da un membro del Cts o la dichiarazione di un sindacalista. La data di atterraggio è già scritta: inizio settembre, quando per le scuole rispunterà l’acronimo meno digerito dagli italiani: Dad. Ieri il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, è stato perentorio: "Allo stato attuale – ha detto a Radio24 – è scontato che alle superiori non si possa ripartire con la didattica al 100%". Non l’ha messa come un’ipotesi, ma come una certezza. Già me lo vedo il solito circo all’italiana di dibattiti, polemiche, comitati di genitori che protestano, studenti che piazzano il banco davanti a scuola, ed è nuovamente autunno

Che, giusto per scomodare un altro cliché italico, sarà ‘caldo’. Inutile chiedere che cosa abbiano fatto le Regioni per dotarsi di un parco automezzi più corposo, in modo da garantire corse sicure e con persone distanziate. Inutile capire come il governo cerchi di porre un freno alle classi pollaio. O approfondire il tema dell’edilizia scolastica, dobbiamo prima attendere i miliardi del Recovery plan. A queste osservazioni la politica ribatte ‘non si può’. Due anni di pandemia non sono stati sufficienti per garantire, a tutti i ragazzi, di andare a scuola in sicurezza. Cascano le braccia, ma è così. Tanto poi, i cittadini ingoiano tutto. Sia chiaro: un terzo anno spezzettato dalla Dad sarebbe una sciagura per i nostri ragazzi, una vergogna per la classe politica e un cedimento definitivo alla paura.

Non per guardare al giardino del vicino, ma il premier britannico Johnson, in pieno dilagare della variante Delta, dice basta mascherina e stop al distanziamento fisico. Senza voler giocare al virologo, ma forse l’utopia dei ‘morti zero’ sbandierata dal ministro Speranza è un approccio filosofico strampalato. Se ci vacciniamo e il covid sarà sempre meno letale, si potrà anche pensare di conviverci, o no? Domande peregrine, per coloro che hanno già fissato lo schema dei prossimi due mesi: partiranno i sindacati a porre dubbi sulla sicurezza (a proposito, come mai il 15% di insegnanti e operatori scolastici, circa 200mila persone, non hanno ancora ricevuto la prima dose, cosa diavolo aspettano?), poi un governatore o un sottosegretario butteranno lì che gli italiani sono stati un po’ troppo indisciplinati in agosto, e da ultimo rispunterà, per bocca del ministro, la mitologica Dad. Mi viene in mente Fantozzi, quando insieme ai colleghi sequestra il datore di lavoro. Si sa come va a finire, “al terzo giorno la polizia si incazzò davvero”. Non vorrei che, parimenti, al terzo anno di Dad le famiglie italiane facessero come la polizia. Per carità, senza usare manganelli, ma iniziando a pensarci due volte quando si avvicina la scadenza di una qualunque tassa.