Giovedì 25 Aprile 2024

Basta burocrazia Ora pensiamo agli studenti

L'anno scolastico parte male

Mi piacerebbe raccontare a chi vive in Paesi dove non c’è la possibilità di vaccinarsi del nostro dibattito sul Green pass nelle scuole. Il decreto del 17 agosto parla chiaro: per favorire lo svolgimento delle lezioni in presenza, il personale della scuola deve avere ed esibire il Green pass. Le obiezioni dei sindacati, le recenti dichiarazioni del presidente dell’authorithy per la protezione dei dati personali, che ribadisce l’impossibilità di trasferire ai dirigenti scolastici i dati sui vaccinati, e le mille questioni che sono sorte, sembrano allontanare sempre di più la possibilità di rendere applicabile la norma del 17 agosto.

Siamo finiti, come spesso accade in Italia, nella selva oscura dei veti incrociati che impediscono di camminare. A prima vista sembrerebbe semplice. Come accade quando si partecipa ai convegni, basterebbe usare un tablet per leggere il QRcode all’entrata di scuola, ma, facendo così, quale altra norma violeremmo? Lo scorso anno per entrare in classe abbiamo firmato ogni mattina un’autocertificazione che attestava l’esistenza di alcune condizioni (non avere certi sintomi, non essere stato in contatto con una persona positiva al covid…) , stessa cosa chiesta ai genitori con il patto di corresponsabilità.

Se quest’anno si deve controllare il Green pass del personale, che problema c’è? Siamo in quella parte della popolazione mondiale che ha la possibilità di vaccinarsi e curarsi, perché non usare questa opportunità per far sì che studenti e docenti possano ritornare a scuola in presenza, con meno incertezze?

Per uscire dall’impasse non penso si debba aspettare una norma per rendere obbligatorio il vaccino come per il personale medico e sanitario. Avrebbe sicuramente facilitato, ma il problema del controllo si sarebbe posto comunque. Ieri il presidente dell’authority sulla protezione dei dati sosteneva che le modalità di attuazione del decreto legge 111 sul green pass nelle scuole potrebbero essere precisate "per bilanciare i vari diritti in gioco". Speriamo che non si continui a giocare a rimbalzino sulla pelle dei nostri figli. Abbiamo il diritto e il dovere di ricominciare l’anno scolastico pensando al cuore della scuola, che non sono le norme anti Covid, ma l’esperienza di crescita, di scoperta, di bellezza, di bene che potremo fare con i nostri studenti. Stiamo dedicando la maggior parte delle nostre energie a qualcosa che non c’entra nulla con il rapporto educativo. Quest’anno l’inizio è ancora più importante del solito. Va preparato con attenzione, studiato nel dettaglio: dal modo in cui li guarderemo, dal nostro tono di voce, da quello che gli proporremo, i ragazzi capiranno se vale veramente la pena ricominciare.