Mercoledì 24 Aprile 2024

I diritti di ciascuno

Insegnanti neghittosi o genitori intransigenti nel caso del piccolo Francesco, bisognoso di cure diabetiche negate dalla scuola pubblica ma erogate dall’asilo parrocchiale? Scuola convenzionata che costa (poco) di più (qualche decina di euro) di quella statale. Mettiamo a confronto norme di legge, diritti e doveri civici, dovere costituzionale di «solidarietà». Che non sempre coincidono. Anche i bimbi diabetici hanno diritto alla scuola obbligatoria; dunque, la scuola dovrebbe provvedere. Certo, non imponendo prestazioni paramediche agli insegnanti che, come tutti, hanno «diritti sindacali», ma che, su base volontaria, potrebbero collaborare, essendosi, nel nostro caso, alcuni anche abilitati. Ma se «non se la sentono»? La scuola dovrebbe altrimenti provvedere. La delibera 166/2012 della Regione e il conseguente «protocollo per la somministrazione dei farmaci a minori nei contesti scolastici» della provincia di Reggio Emilia prevede il «diritto del minore a ricevere l’assistenza appropriata» e impone «qualora non si reperisca all’interno personale disponibile» di «ricercare soluzioni alternative», soprattutto con accordi con «associazioni di volontariato, Croce Rossa, ecc». Ma se non si trovano? Se l’unica soluzione possibile – quale un infermiere dedicato full time – ha costi sproporzionati? Se soluzioni alternative possibili appaiono praticabili con disagio per il minore e costi moderati per la famiglia, senso civico, ragionevolezza e «solidarietà» (che opera nei due sensi) consigliano, se non impongono, di accettare soluzioni alternative. È disagevole cambiare compagno di banco e contesto scolastico per il minore. Non si può imporglielo, come non si può imporre all’insegnante di effettuare prestazioni paramediche, anche semplici. Ma sia genitori che insegnanti avrebbero il dovere civico di evitare costi sproporzionati alla collettività. Senso civico potrebbe suggerire il bilanciamento tra i diversi interessi ed evitare la intransigenza nel rivendicare «a qualsiasi costo» il diritto a mantenere il compagno di banco.