Giovedì 25 Aprile 2024

La legge che funziona

Raffaele Cantone, procuratore della Repubblica di Perugia (foto repertorio)

Raffaele Cantone, procuratore della Repubblica di Perugia (foto repertorio)

Quando l’innesto nel nostro sistema di una buona pratica anglosassone funziona. E’ questo il senso dei numeri, in rilevante crescita, sul cosiddetto meccanismo di contrasto della corruzione chiamato whistleblowing: in pratica, la tutela accordata ai dipendenti o ai consulenti che segnalano illeciti o tentativi di malaffare nell’ambito delle organizzazioni o delle imprese in cui operano. A indicare l’efficacia del congegno protettivo assicurato ai cosiddetti «segnalatori» dalla legge approvata alla fine della scorsa legislatura è stato il numero uno dell’Anticorruzione Raffaele Cantone, nell’ultima relazione dell’Anac.

Dunque, più ci si sente difesi dallo Stato, più cresce la voglia (ma anche la possibilità) di tirare fuori il coraggio della denuncia. E questo, come in altri ambiti è accaduto per i testimoni di giustizia, contribuisce non solo a scoperchiare i pentoloni dell’illegalità ma svolge anche un’azione deterrente rispetto ai potenziali corrottti e corruttori.  Insomma, per una volta almeno una legge funziona. E serve a garantire che i lavoratori onesti non debbano subire le pressioni, le rappresaglie e i danni che ha subito, per citare il caso più recente, Andrea Franzoso, il rigoroso impiegato delle Ferrovie Nord Milano che ha pagato sulal sua pelle le segnalazioni sulle malefatte del presidente della società. 

Ma, proprio sotto il profilo del rafforzamento degli strumenti anti-corruzione, ben venga anche l’introduzione del cosiddetto Daspo per i malfattori presi con le mani nel sacco. Così come la previsione dell’impiego di agenti sotto copertura che in altri settori del contrasto alla criminalità hanno dato prova di efficacia. Ben diversa, però, è l’ipotesi di arrivare agli agenti provocatori: francamente non convince per niente l’idea di mandare in giro un po’ di poliziotti e finanzieri a offrire mazzette e «utilità», come si dice in gergo, per vedere chi ci casca e far scattare a quel punto le manette. Si aprirebbe, a quel punto, uno scenario di diffidenza generalizzata, con un clima di sospetti senza precedenti, che finirebbe per avere un effetto boomerang.