Mercoledì 24 Aprile 2024

Alzare la guardia

Roma, 17 luglio 2018 - L’allergia alimentare interessa fino all’8% della popolazione pediatrica e fino al 3% della popolazione generale; è una condizione che si può manifestare con sintomi modesti, come orticaria rinite, vomito, ma anche, se pur più raramente, con quadri molto gravi con importante compromissione respiratoria, fino alle manifestazioni anafilattiche. Le reazioni appaiono rapidamente dopo l’assunzione dell’alimento, in genere entro pochi minuti, massimo 2-3 ore. Gli alimenti più spesso in causa in Italia sono latte, uovo, nocciola, arachide, noce, pesce e crostacei: altri alimenti possono essere in causa a seconda delle abitudini alimentari. Per la diagnosi definitiva di allergia alimentare bisogna eseguire il test di provocazione orale (o challenge alimentare).

La terapia consiste nella eliminazione dell’alimento; purtroppo le reazioni allergiche possono essere scatenate anche da piccole quantità, per cui bisogna fare molta attenzione nel mantenere una dieta corretta. I pazienti a rischio di reazioni sistemiche severe necessitano di avere sempre a disposizione un kit di farmaci per l’emergenza comprensivo di adrenalina autoiniettabile intramuscolo. Le reazioni fatali, rare ma possibili, sono più frequenti in età adolescenziale e nel giovane adulto, nei pazienti asmatici, in caso di assunzione accidentale di un allergene non noto, in caso di ritardo nella somministrazione di adrenalina. Nei bambini la allergia alimentare può passare, cioè possono diventare tolleranti; per questo è opportuno ripetere il test a distanza di tempo.

Su indicazione degli esperti, per migliorare la qualità di vita la Commissione Europea ha stilato un elenco dei 14 alimenti che più frequentemente danno allergia alimentare, elenco recepito anche dalla Italia; a oggi è obbligo indicare sulle etichette non solo dei cibi preconfezionati ma anche di quelli sfusi la presenza anche di minime tracce di questi alimenti. Purtroppo ancora si osserva molta confusione su questo argomento con conseguente aumento del rischio di reazioni severe: sarebbe opportuno specificare chiaramente la differenza fra intolleranza e allergia, riconoscere ed evitare inutili test; bisogna aumentare il livello di conoscenza a diversi livelli, mi riferisco in particolare alle scuole e alla ristorazione.

di GIAMPAOLO RICCI, responsabile della Allergologia e Pneumologia Pediatrica della AOU Policlinico Sant’Orsola di Bologna