Mercoledì 24 Aprile 2024

Nostalgia del Kgb

Presentare subito una vibrante protesta al ministero degli Esteri ucraino e richiamare l’ambasciatore. Perché sulla Tav si può anche discutere ma su Al Bano non si può. Vogliono forse farci credere che Al Bano è una spia del Cremlino e Romina Power no? Non scherziamo. Una volta queste cose non sarebbero accadute. Si vede con non è più il Kgb di allora. Tanto per dirne un’altra. Dove lo mettiamo Gianni Morandi, il grande Gianni, l’ugola capace di accendere (non è facile) milioni di russi e di far palpitare l’anima russa? Non c’è nemmeno lui nella lista delle spie venute dal caldo. Gli ucraini, che hanno compilato la lista nera con gli artisti spioni o comunque di cui Mosca si serve per tessere le sue perfide trame,hanno considerato solo Al Bano. Non voglio pensare come l’abbia presa Pupo, che quello è un tipo che si infuria facile. Del resto è un problema di reputazione, di popolarità, quindi di denaro. Per dire, quando c’era la guerra fredda l’unico show televisivo in mondo visione che davano alla tv sovietica era il festival di Sanremo e la canzone italiana è sempre stata al top nel mercato musicale. E ora gli ucraini che nel frattempo sono diventati nemici dei russi – come si sa le peggiori sono le liti in famiglia – hanno fatto la lista nera di quelli che sono amici dei russi e dunque dal loro punto vista che sono loro nemici, in base alla regola che gli amici dei miei nemici sono miei nemici. Discutibile mentalità, ma è questa che hanno sempre avuto. Nella lista c’è finito anche il buon Depardieu, ma ci voleva poco a immaginarlo. Dei nostri invece ne manca un sacco, anche tra i nuovi, per esempio mancano i Volo, la dolce Laura Pasini. Senza dimenticare i Ricchi e Poveri e soprattutto quello che dovrebbe aprirla la lista! Toto Cutugno, che in Russia chiamano Kutunio, Toto Kutunio! Quando cadde il comunismo in Bulgaria non ci volevano credere nonostante lo dicesse la televisione. Fino al giorno in cui dagli altoparlanti del parlamento di Sofia trasmisero «Sono un italiano». Allora milioni di bulgari cominciarono ad abbracciarsi, baciarsi, piangere di gioia. Perché se l’aveva detto lui c’era da fidarsi. Potere italiano.