Venerdì 19 Aprile 2024

Accogliere senza rinunciare alla sicurezza

L'immigrazione da governare

Quando succede tutti si guardano smarriti e fra uno slogan e l’altro nessuno di solito sa fornire una risposta convincente. Un pazzo, un criminale, aggredisce qualcuno, come Kabobo il killer col machete di Milano a suo tempo e ora il somalo accoltellatore di Rimini, e non si capisce mai perchè fantasmi pericolosi come questi vagano senza meta certa in Italia. Liberi di stare dove non dovrebbero e pericolosi. Il più delle volte sono già segnalati, spesso già denunciati o destinatari di un decreto di espulsione che nessuno fa quasi mai eseguire. Eppure si muovono, sono tra noi. Misteri italiani, dentro il calderone irrisolto dell’immigrazione.

Gli sbarchi continuano a Lampedusa, isola aperta, la politica continua litigare con la Lega in trincea un po’ di lotta e un po’ di governo, l’Europa sul tema migranti risulta dispersa in azione. Fra mille vertici, da Berlino a Roma a Malta non conclude mai nulla. Così talvolta, nel turbolento cocktail di arrivi dall’Africa o dalla rotta balcanica, dove si mischiano profughi che fuggono dalle guerre e migranti cosiddetti economici, si aggiunge un flusso indistinto di individui che anziché all’assistenza (già difficile) preferiscono affidarsi alla criminalità, fornendo perlopiù manovalanza a buon mercato per lo spaccio di droga, oppure sono lupi solitari fuori di testa e border line, come il somalo di Rimini, che possono dirti buongiorno o estrarre un coltello.

L’accoglienza è doverosa, l’immigrazione fuori controllo che si trascina dietro situazioni imprevedibili e quindi ingestibili è un’altra cosa e va frenata. Non è ideologia, è un fatto oggettivo. Servono scelte strutturali che non arrivano mai e non correttivi prêt à porter di volta in volta. Qualcuno ha sottovalutato precisi segnali d’allarme, dice il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, nel caso specifico del somalo dal coltello facile. Probabile, l’inchiesta chiarirà. E dopo? Aspettiamo il prossimo giro di giostra? Accanto all’accoglienza, che va controllata, selezionata nei numeri e nella dinamica, serve altro. Altrimenti siamo sempre daccapo.

L’Europa, oramai è chiaro, promette e non mantiene, è priva di strategia. E se Paesi come Lituania, Ungheria, Polonia, Grecia alzano i muri come estrema ratio per frenare le ondate di migranti, significa che le scelte fatte finora hanno prodotto scarsi risultati. L’Italia, senza abdicare alla propria maturità intellettuale e solidale, deve cambiare strada. Chi ha denunce alle spalle va espulso, se ci sono segnalazioni di pericolosità bisogna intervenire e le ondate di disperati eternamente in arrivo vanno fermate. Non possiamo vuotare l’Africa. Per la nostra salute sociale e per evitare il sogno del paradiso a migliaia di migranti che l’Italia non è in grado di assicurare con dignità.