{{IMG_SX}}Milano, 9 aprile 2008 - Un lustro di grandissimi colpi (pochini), ma condito da parecchi flop e incredibili affari mancati. Non ci vuol molto a guardare il camaleontico mercato del Milan negli ultimi anni, soprattutto quando si parla di attaccanti. Bravi i dirigenti rossoneri ad anticipare tutti su Kakà nell'estate del 2003, bravissimi (e un pizzico coraggiosi) a voler investire su Pato solo pochi mesi fa. Ma fra queste due trattative, cinque anni di clamorose sviste. E magari di rimorsi.

 

Perché, ad esempio, puntare su due bomber famosi ma con la pancia piena (in tutti i sensi...) come Vieri e Ronaldo? Sono arrivati gratis, obietterà qualcuno. Però sono arrivati, hanno giocato con il contagocce e, per motivi diversi, il loro contributo è stato minimo. Bobo in rossonero è rimasto un girone di campionato, l'ex Fenomeno un po' di più, un anno solare. ma di lui si ricordano solo i ripetuti infortuni. Ah, piccolo particolare: magari per il loro cartellino non è stato speso un euro, ma gli ingaggi dei due hanno pesato, eccome, sui bilanci del club.

 

E perché spendere tanti soldi (23 milioni di euro) per tale Ricardo Oliveira, poco più di una meteora che stenta anche a (ri)emergere con il Saragozza? E ancora, perché riportare per pochi mesi a Milano il signor marcio Amoroso per poi farlo ammuffire in panchina e scaricarlo a fine campionato quando si poteva prendere di meglio?

 

Il bello (o il brutto, dipende dai punti di vista) è che il Milan ha avuto in pugno i più forti attaccanti degli ultimi anni, salvo poi rinunciarvi: a cominciare dall'ex atalantino Rolando Bianchi (poco più che adolescente scoperto da Ariedo Braida, uno che di baby talenti se ne intende), passando poi per Fernando Torres, Zlatan Ibrahimovic (brava l'Inter a crederci sino in fondo), Luca Toni, lo stesso Amauri. Vedendo lo spagnolo affossare prima l'Inter poi l'arsenal, qualcuno in via Durini si sarà morso le mani: non certo Braida, che da almeno quattro anni segue El Nino, forse Galliani che non ha mai creduto veramente nelle qualità del ragazzo.

 

Eppure l'attuale bomber del Liverpool due anni fa fu ad un passo dai campioni d'Europa: allora costava "solo" 25 milioni (i "Reds" la scorsa estate lo hanno pagato 36 milioni), e visto che il Milan vantava un credito di 18 milioni (per altre operazione di mercato, ovvero Contra, Josè Mari, Javi Moreno) nei confronti dell'Atletico Madrid la differenza cash da versare sarebbe stata minima. Per non parlare di Toni. Zamparini lo offrì su un piatto d'argento a Galliani il quale gli fece notare che "non ci si può presentare a San Siro con Toni". I fatti hanno dato ragione al presidente del Palermo, non solo perché dalla cessione di Toni ci guadagnò un bel gruzzolo, ma anche perché il bomber azzurro, chissà perché, da un po' è nel mirino del Milan. Anche Amauri costava poco, adesso i rossoneri lo vorrebbero ma sanno bene che la Juventus è in pole position. Anche perché i bianconeri trattano direttamente con il Palermo.

 

Ultima annotazione: aspettando Ronaldinho (ma quello vero, non quello delle ultime notti brave catalane) ci sono altri due uomini gol che, a detta della dirigenza, potrebbero vestire nella prossima stagione la maglia rossonera. Si tratta di Shevchenko e Borriello. Non sappiamo se sia stato più deleterio farli partire o più controproducente farli tornare (chissà a quale prezzo...). L'importante è avere le idee chiare.