Venerdì 19 Aprile 2024

Mandelli torna con 'Lost in Paramount'. "Non mi va più di fare 'I Soliti Idioti'"

Con Carolina Crescentini è il protagonista della 'sad com', così definita, in onda su Paramount Channel tutti i martedì, mercoledì e giovedì

Francesco Mandelli insieme a Carolina Crescentini

Francesco Mandelli insieme a Carolina Crescentini

MILANO, 17 MAGGIO 2016 - Francesco Mandelli (“I soliti Idioti”) è, insieme con Carolina Crescentini, il protagonista delle “pillole” “Lost in Paramount” in onda su Paramount Channel tutti i martedì, mercoledì e giovedì .

Molti pensavano fosse una sit-com, invece il clima è diverso...

«Carolina genialmente l’ha definita ’sad com’ perché di solito il finale è malinconico per qualche mia figuraccia... L’intenzione non era di fare una sit-com, di provocare una risata a tutti i costi, ma creare il mondo in cui questi due attori, barricati in una baita di montagna, aspettano l’arrivo di un regista pazzoide, Lars, per il film. Si segue così lo sviluppo del rapporto tra loro. A volte si ride, a volte no. D’altronde questa è Paramount Channel, non Comedy Central».

Il 19 giugno condurrà gli Mtv Awards. Lei con la musica ha sempre avuto a che fare, dall’esordio proprio su Mtv, al festival di Sanremo, al concerto del Primo Maggio. Quanto conta la musica nella sua vita?

«Per me la musica è tutto. Io in realtà sono un musicista fallito. Da piccolo avevo due grandi passioni: recitare e la musica. Recitavo in una piccola compagnia all’oratorio, e suonavo con mio papà, che era un medico canterino. Io alla chitarra lui al basso. Cresciuto, ho pensato che la recitazione fosse la mia strada, ma poi ho scoperto il brit pop e lì ho cominciato ad amarlo non solo come musica ma come stile di vita. D’altronde anche le gag dei Soliti Idioti le abbiamo sempre concepite con un ritmo punk, qualcosa che doveva sparigliare, che doveva essere fastidiosa, che andasse a toccare dei tabù.»

A Sanremo non vi è andata benissimo...

«Come no, è stato magnifico! Dipende dall’obiettivo. Bisogna sapere come funziona il mondo discografico. Le case investono milioni su un cantante, a noi hanno dato 3mila euro per produrre il pezzo. E’ chiaro che non potevamo vincere, no? Ci siamo tolti lo sfizio di fare qualcosa che non avevamo mai fatto. Io non scelgo le mie cose per fare carriera, diventare famoso, guadagnare soldi. Faccio le cose che mi divertono, o che rappresentano una sfida. Per me Sanremo era un sogno che si è avverato».

I Soliti Idioti sono morti?

«Per me sì. Non mi va più di farli. Mi hanno cambiato la vita, ma era arrivato il momento di fermarsi, prima di rompere le scatole alla gente. C’è stato un momento in cui eravamo in tv, al cinema, alla radio... Non voglio morire facendo Ruggero. Oggi mi fermano ancora chiedendo di rifare quelle gag, e questo è bello. E poi con Fabrizio (Biggio, ndr) non volevamo sottostare all’obbligo di fare un film ogni due anni. Quando ci verrà un’altra idea buona, la realizzeremo. Il nostro matrimonio è durato 15 anni, tantissimo, ma in realtà la nostra è una coppia aperta».

Torniamo alla musica. Quali sono le tre band preferite?

«Oasis, The Strokes e Thegiornalisti, con cui ho suonato al concerto del Primo Maggio.»

Che ne pensa di quei rapper che oggi vengono scritturati dai talent? Hanno tradito lo spirito del genere?

«Non capisco le critiche verso Manuel Agnelli che farà X Factor. Ma cosa doveva fare pe campare, mangiare l’aria? I ragazzi scaricano gratis i dischi,  per loro è normale. E’ come se il papà di uno di loro che fa l’idraulico venisse a ripararmi un rubinetto e io gli dicessi: ma adesso l’idraulico è gratis. Internet ha distrutto milioni di posti di lavoro. Scaricare gratis la musica è un furto, e chi lo fa è un ladro. Per cui, ragazzi, o comprate i dischi e comprate i biglietti dei concerti, oppure lasciate che Manuel Agnelli vada a X Factor. Io ho grande rispetto per lui, ha avuto molto coraggio a mettersi in gioco. Non è che d’ora in poi scriverà i testi per Beyoncè, continuerà a fare la sua musica».