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Villorba, Le Mans e il libro di uno di noiLeo Turrini - 29 novembre 2018

Credo mi sia capitato spesso di riconoscere in questa sede il debito che ho nei confronti della rivoluzione digitale.

E’ stato il web, ormai venti anni fa, a proiettarmi in una dimensione diversa. E grazie a questo piccolo blog, anzi, Clog, la mia popolarità immeritata si è dilatata a dismisura.

Ma questo conta poco, così come non contano invidie dei mediocri e rancori dei poveracci.

Cio’ che vale per me è quanto potrete leggere sotto. È la fortuna di avere conosciuto, tramite uno strumento inimmaginabile nell’alba della mia giovinezza umana e professionale, persone splendide.

Splendide come il giovanotto che si racconta sotto.

Sono cose così che riempiono di significato una randagia esistenza come la mia.

Ehi, brothers and sisters!

Ne valeva la pena.

Leggere per credere.

EMI TOZ EMI SCRIPSIT.

Leo,Fosbury, la 47
e
“Quel giorno a Le Mans (341.3)”

Quando conobbi Leo alla premiazione del Quizzone 2015 più di tre anni fa finimmo col parlare di tutt’altro, distanti da Formula 1 e quattro ruote in genere.
Lo ricordo come adesso. Lo presi diciamo… in contropiede uscendo dal MEF in un attimo di “titubanza” (se così si può dire) del Nume nostro.
“Sai Leo? T’invidio un’unica cosa. Tu in vita tua hai conosciuto Dick Fosbury!”
Avevo innescato la miccia dei ricordi e del suo favellare prodigioso. Mi fece vedere le foto della premiazione di cui fu protagonista durante le Olimpiadi di Londra nel 2012 nell’essere uno dei 100 giornalisti del globo terracqueo ad avere partecipato a oltre dieci edizioni (tra estive e invernali) dei moderni Giochi Olimpici.
A premiarlo c’era proprio lui: Dick Fosbury. Un ingegnere statunitense che approcciava l’asticella del salto in alto con due scarpe di colore diverso e che soprattutto fece compiere al mondo dell’atletica la più grande rivoluzione della sua storia. Da quel giorno il mondo avrebbe saltato con la schiena rivolta al materasso.
Era il ’68. Non un anno a caso.
“Avevo 8 anni e tu dal Messico sentivi parlare di questo Fosbury…e noi bambini a casa a immaginare chi fosse, come un uomo giunto dallo spazio profondo…un ricordo indelebile per me. Un emozione incredibile.”
Già.
Nacque tutto così. Da un salto. Per Leo bimbo e per me che in Fosbury ho sempre visto un vero rivoluzionario pacifico dello sport.
Sei anni che appaio più o meno saltuariamente sulle pagine di “Profondo Rosso” come utente, ricordandomi ogni giorno come Leo mi abbia iniziato (da buon Nume qual è…) al culto della Formula 1 dalle colonne del Resto del Carlino. A me, perfetto romagnolo notare da parte di un giornalista l’uso del termine “Pataca”correttamente con una c sola me lo rendeva familiare e pungente al tempo stesso. Alla fine degli anni ’80 dall’alto dei mie quindici anni cercavo di capire attraverso le sue parole cosa fosse un Gran Premio di Formula 1 e più precisamente la grandezza di quel mito nel mondo chiamato Ferrari.
L’oggi è qui. Molto tempo dopo. Ho scritto un libro. S’intitola “Quel giorno a Le Mans (341.3)” Vi ho narrato la storia del team “Cetilar Villorba Corse” , l’unica squadra italiana fra gli sport prototipi ad aver partecipato alla 24 Ore di Le Mans in questi ultimi anni, dal suo prorompente debutto avvenuto l’anno scorso, fino all’edizione di quest’anno. Meravigliosamente infernale.
Le Mans non è solo un luogo fisico. È qualcosa da cui farsi semplicemente travolgere. In queste pagine ho cercato di raccontarlo attraverso le voci dei suoi protagonisti. Non so se vi sia riuscito. Spero con tutto il cuore amici miei, ve ne possiate accorgere anche solo da quella frase che a me ha lasciato nell’animo Roberto Lacorte, uno dei piloti facenti parte dell’equipaggio e da cui è poi scaturita questa mia avvincente avventura letteraria.
“Sono tornato ai box da solo. Ho lasciato la 47. Le ho dato un bacio. Perché veramente…è stata forte.”
Maestro senza saperlo.
Come per me, nella mia vita lo è stato Leo con l’incedere della sua scrittura.
Lui.
Col suo “Fosbury Flop.”

P.S.
Il volume pubblicato da Pacini Editore (Pisa) verrà presentato il primo dicembre presso la “Dallara Academy” subito dopo la proiezione del film “The Italian Spirit of Le Mans” narrante l’ultimo coinvolgente capitolo dell’avventura Cetilar Villorba Corse alla 24 Ore di Le Mans. Sarà disponibile per il pubblico da quello stesso giorno sul sito www.pacinieditore.it e presente in libreria e negozi e-commerce da gennaio 2019.
Ciao ragazzi. Questo luogo sarà sempre la radice del mio scrivere. Com’è giusto che sia.
(EmiTozEmi fu “Emiemi”)
(Colpa di Twitter. Mi ha chiuso l’account per inutilizzo!)