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Vettel, tra orgoglio e pregiudizioLeo Turrini - 11 ottobre 2018

Vorrei tentare di dire qualcosa di definitivo, forse, su Seb Vettel.
Come Antonio sul corpo di Cesare, non sono qui a negare l’evidenza.
Cioè, è fuori discussione che nell’arco del campionato Hamilton abbia commesso meno errori del tedesco.
Anzi, io di autogol “pesanti” del Re Nero proprio non ne rammento, nella stagione in corso.
Viceversa, secondo me Vettel ha ovviamente sulla coscienza Hockenheim e pure Monza. Non mi riconosco invece nel catalogo esteso di nequizie che gli vengono attribuite: a sentire certe scempiaggini di vedove alonsiane e orfani asturiani oggi Seb dovrebbe avere ottanta punti di vantaggio su Lewis.
Facciamo che io ho visto un film diverso (tra parentesi: è come se uno evocasse Montecarlo 2010 per dipingere Fernando come un driver mediocre. O certe qualifiche imbarazzanti del 2012 dietro Massa, cui bisognava cambiare preventivamente il cambio. Ma tanto che te lo dico a fare?)
Seriamente.
C’è un problema grosso come una casa se facciamo passare l’idea che la Ferrari perde per colpa esclusiva del suo top driver!
Anche perché perdiamo il mondiale piloti dal 2008 compreso.
A me pare (scusate l’insistenza) che l’accanimento terapeutico contro Vettel sia da condannare alla radice.
La descrizione di Seb alla stregua di uno psicolabile mi fa pensare molto. Mi fa anche ricordare.
Recupero la memoria di Alain Prost vestito di Rosso. Poiché non riusciva a battere Senna, era diffuso il pregiudizio che il francese fosse un mezzo campione. Uno poco aggressivo nei sorpassi. Un bradipo nei doppiaggi. Un tizio in fondo sopravvalutato, che aveva vinto in passato solo per merito della macchina che aveva sotto il culo.
Erano tutte idiozie (fermo restando che in F1 se ti danno una carriola lontano non vai, anche se sei bravissimo).
Ovviamente non intendo persuadere nessuno, tra l’altro di automobilismo tutti credono di saperne e amen.
Però mi chiedo e vi chiedo.
Con Hamilton in Mercedes, chi sarebbe sicuramente più veloce di Vettel sulla Ferrari? Chi garantirebbe una più bassa percentuale di errori?
Ancora. Dal 2015 in poi, considerata la qualità delle vetture che ha avuto a disposizione, se non sbaglio Seb ha vinto tredici Gran Premi.
Chi ne avrebbe conquistati di più?
Infine.
Si può immaginare di costruire un avvenire migliore mettendo in discussione un quattro volte iridato, uno che alla Ferrari ci tiene e lo ha dimostrato?
Secondo me, no.
Cosa deve contare di più in sede di valutazione, l’orgoglio o il pregiudizio?
Io l’ho già vista, la Rossa con Capelli al posto di Prost.
Non sono interessato ad un remake.
Forza Seb.