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Vettel, questa pole è per MarchionneLeo Turrini - 21 luglio 2018

E’ un giorno speciale, per la Ferrari.

A me viene in mente quanto Sergio Marchionne mi disse alla vigilia dello scorso Natale, prendendomi affettuosamente in disparte.

Voglio venire a vivere qui, non appena avrò lasciato la carica di amministratore delegato di Fca.

L’avevo anche scritto, qua sul blog.

E temo di sapere, con il magone, cosa non sarà, cosa non potrà essere.

Questa pole tedesca di Seb Vettel è per Sergio Marchionne.

Parlando solo di pista, la Ferrari di Hockenheim è a metà dell’opera.

C’è qualcosa di grande, in questa macchina e in questa squadra, così tanto italiana nell’organigramma e, se posso permettermi, anche nella gestione delle emozioni.

Il delirio germanico per l’idolo di casa è stato bellissimo. Quasi la sublimazione di un sentimento che viene da lontano e da vicino, perché Seb ha ufficialmente tolto l’ultimo record cronometrico a Schumi, lui che è nato non distante dal circuito.

Però, come diceva sempre Michael, i conti si fanno alla domenica sera, alla fine della fiera.

Su Hamilton.

Non sto qui a sindacare se sia stata la scordolata ad innescare la rottura che lo costringerà a partire da dietro (ma attenzione: può tranquillamente arrivare sul podio, il Re Nero).

Dirò invece che l’episodio viene ad inserirsi in una sequenza che non favorisce più Mercedes, accentuandone invece il disagio, per quanto compensato dalla prima fila di Bottas.

E vedere Lewis che, alla Mansell vecchia maniera, tentava di spingere coi muscoli la macchina, mi ha aiutato a cogliere il confine tra sottile tra esasperazione e disperazione agonistica.

Banalmente, da ferrarista, triste per altri motivi sopra accennati, affermo che è il momento di battere il ferro finchè è caldo.

E’ un momento da sfruttare, con la freddezza di chi ha la consapevolezza che ci sono treni che passano una volta sola.

Raikkonen, dopo le qualifiche, ha detto: ‘Correremo da squadra’.

Ha capito cosa sta accadendo, cosa sta per accadere tra dimensioni parallele che inesorabilmente si intrecciano, si incrociano.

Io sono orgoglioso di essere ferrarista.